Ci voleva un ninja per portare a casa i primi tre punti della stagione. Da Anversa con furore, passando per Roma. Esordio di Nainggolan e vittoria Inter, il tutto dopo il solo punto conquistato nelle prime due giornate e i fischi con cui San Siro ha accolto il pareggio beffa contro il Torino. In campo, dopo 43 giorni senza battaglie. Solo allenamenti a parte, da solo alla Pinetina per recuperare la condizione. Qualche trasferta per legare con il gruppo, qualche momento in più trascorso con le figlie Aysha e Mailey e le polemiche per la notte in discoteca con Corona.
Ma Nainggolan è così, prendere o lasciare. E Spalletti opta per questa seconda ipotesi, decisamente. Soprattutto dopo oggi, perché senza la sua zampata sarebbe stata dura avere la meglio su un buon Bologna che, però, non riesce a segnare. La squadra di Inzaghi, per la prima volta nella sua storia, rimane a secco nelle prime tre giornate di Serie A, bel paradosso per chi in panchina è guidato da uno che in carriera ne ha fatti 275. Radja, invece, c'è riuscito. Dopo 66', assist di Politano, controllo in corsa e destro preciso a battere Skorupski. Con tanto di inchino sotto un settore ospiti gremito dal suo nuovo popolo. Come un samurai, tanto per rimanere in argomento.
E' il suo quarto gol al Bologna, la sua seconda vittima preferita dopo... l'Inter. Ironia della sorte, incredibile. Il primo di questi lo aveva segnato quando vestiva la maglia del Cagliari. Stagione 2010-2011, nona giornata e primo gol in Serie A con un bel destro al volo. Con la Roma, la musica non cambia: stagione 2013-2014, giornata numero 25 e prima soddisfazione in giallorosso. Insomma, gli porta un gran bene il rossoblù. E il tempo sembra non essersi mai fermato. Il belga è tornato in campo oggi dopo poco più di 100' giocati da trequartista. Fra Lugano e Sion, a luglio, prima del crack al retto femorale della coscia sinistra. E' passato un mese e mezzo: stanco? Affannato? No, decisamente.
In campo dopo 43 giorni, dunque. In gol dopo... 42 partite. Di digiuno, per Antonio Candreva. Doveva andare al Monaco quest'estate, nell'affare che ha portato a Milano Keita, oggi unica punta al posto di un affaticato Icardi. "No, rimango qui" ha detto ad Ausilio e a tutta la dirigenza nerazzurra. Voleva giocarsi le sue carte nella nuova Inter di Spalletti, nonostante la concorrenza. Panchina con Sassuolo e Torino, oggi entra al post proprio di Keita e tre minuti dopo chiude i conti con la rete del 2-0. L'ultimo gol risaliva ad una vita fa, nel derby con il Milan dell'aprile del 2017. Poi un'intera stagione a secco, 11 gli assist collezionati. Aveva già segnato al Bologna, con la maglia della Lazio però. Gennaio 2016, assist di Klose.
Oggi la palla gliela ha data Perisic. Al suo secondo gol in campionato dopo la rete con cui aveva sbloccato la gara contro il Torino solo sette giorni fa. Ha raggiunto la Pinetina per ultimo, insieme a Brozovic e Vrsaljko. "Chi manca?" Avevano postato sui social i tre croati una volta insieme. Aspettavano Modric, che però non è mai arrivato. A differenza dei primi tre punti. Questi, oggi, sono arrivati eccome. E servivano, per permettere a Spalletti di passare una sosta un po' più tranquilla. In attesa dei gol di Icardi e Lautaro. Intanto, però, si gode il suo Ninja. Tornato e subito decisivo.