“Caso Rosetta”. Stiamo parlando di Virginio Rosetta forte difensore della blasonata Pro Vercelli. Bisogna ricordare che all’epoca il professionismo nel calcio non esisteva anche se le società erano solite retribuire sottobanco i giocatori. La società Piemontese si era trovata in difficoltà economiche e, di fronte al malcontento dei suoi giocatori, aveva comunicato tramite lettera che, se non se la sentivano di giocare senza pagamento, avrebbero potuto informare delle proprie dimissioni la società.
Nel settembre del 1923, la Pro Vercelli giocò due amichevoli con la Juventus di Edoardo Agnelli, che da poco era diventato il presidente della società torinese. I dirigenti della Juventus notarono subito l’assenza in campo del forte difensore della Pro e chiesero immediatamente informazioni al club vercellese che rispose che il “Virgi” (così era chiamato dai compagni di squadra Rosetta) era fuori rosa e libero di trasferirsi in un'altra squadra. L’ambizioso e facoltoso Edoardo Agnelli non se lo fece ripetere due volte e, grazie anche alla promessa di un lauto contratto, ingaggiò il terzino di origini vercellesi. Il “Virgi” per anni formò, insieme al portiere Gianpiero Combi e il terzino Umberto Caligaris - anche in Nazionale - quella che è ritenuta dalla stampa specializzata come la miglior linea difensiva di tutti i tempi espressa nel calcio italiano ed addirittura una delle migliori nella storia della disciplina.
Il passaggio di squadra fu però abbastanza travagliato poiché la Lega Calcio Nord, anche di fronte ai diversi reclami delle società che affrontavano la Juventus, non aveva mai avallato tale trasferimento perché la Pro Vercelli, pur avendo autorizzato il giocatore a trasferirsi in un’altra squadra, non lo aveva mai inserito nelle liste dei giocatori svincolati. La Figc si esprimeva stabilendo la regolarità dell’operazione e affermando che, nel momento in cui una società accettava le dimissioni di un proprio giocatore di appartenenza, lo stesso veniva inserito automaticamente nelle liste di trasferimento. La Juventus schierò Rosetta anche nello scontro diretto contro il Genoa, vincendo sul campo per 2-1, grazie anche a una rete decisiva di Rosetta. Il 15 dicembre del 1923 il Consiglio Federale pose fine alla vicenda Rosetta capovolgendo i verdetti della Lega Calcio Nord e restituendo alla Juventus i tre successi nelle partite contro Modena, Genoa e Padova che la Lega Nord stessa aveva trasformato in sconfitte a tavolino.
La Juventus, infine, dopo ulteriori vicende tra Lega, Figc e Consiglio Federale, versò alla Pro Vercelli, per il passaggio di Rosetta, la cifra di 45 mila lire che rappresentarono la prima somma pagata per l’acquisto di un calciatore. Questa data segna la svolta nella storia del calcio italiano con il passaggio dal dilettantismo al professionismo. Alla fine Rosetta vinse 8 scudetti, due con la Pro Vercelli e sei con la Juventus, ed il Campionato del Mondiale nel 1934 con la Nazionale Italiana.