Ventisei milioni di euro per un terzino sinistro. Con il vizietto del gol, per carità. Ma comunque 26. Era circa il 20 agosto 2015 quando la Juventus ufficializzò il colpo brasiliano. Reazione numero uno: “Alex Sandro chi?”. Al punto due c’era la parolina “follia” perché “il Porto è troppo spesso una bottega carissima da cui non vale la pena pescare… e spandere”. Un esempio recente potrebbe essere Jackson Martinez all’Atletico Madrid. Ok. Ma il club bianconero ha avuto le idee così chiare che - non appena ha annusato la possibilità di arrivare ad Alex Sandro - fece un trasferimento già bello che chiuso come Siqueira che sarebbe dovuto tornare in Italia dopo una buona stagione all’Atletico. Costo di quell’operazione: 9 milioni e mezzo. E non 26 come Alex Sandro. Ma forse una motivazione alla base c’era. E il tempo lo ha dimostrato: più che il tempo, le super prestazioni del numero 12 bianconero o più obiettivamente i suoi numeri da big. Il terzino brasiliano che è cresciuto con un altro bianconero addosso - quello del Santos, insieme a Neymar - e che agli esordi indossava il ’10’ da attaccante vero adesso viaggia come un treno su quella fascia sinistra, su e giù a ripetizione tra fase difensiva e offensiva: 47 palle intercettate, 35 contrasti vinti, 43 occasioni da gol create, 4 assist e 2 gol in stagione secondo Squawka. L’ultimo sigillo ieri sera contro l’Empoli. E lui che ha detto? “Devo ringraziare tutta la squadra” ma in particolare il suo compagno-connazionale Dani Alves che gli ha restituito il favore di Champions: la connessione carioca funziona eccome. Dani Alves ieri, Alex Sandro oggi. E’ lui il miglior terzino sinistro che possa avere la Selecao? Tite nemmeno lo convoca anche perché “Marcelo è il meglio”. E ci può stare. Ma questo Alex Sandro qui almeno una chance se la meriterebbe. O meglio: se la sarebbe già guadagnata sul campo a suon di super prestazioni. E pure qualche gol...
Data: 26/02/2017 -