Il cuore di Napoli batte ancora. Nonostante una partita difficile, un rigore sbagliato e un Chievo arrivato al San Paolo per raccogliere punti preziosi per la salvezza. Il gol di Stepinski gela gli azzurri dopo l'errore dal dischetto di Mertens, in una domenica che sembra stregata. A subentrare è la paura, la rabbia per quel sogno che sta definitivamente sfumando. E poi... il colpo di Milik! Ritornato nel momento più importante, nuova risorsa di un Napoli che sembra in affanno nei suoi tre uomini offensivi principali. Con un Callejon poco ispirato, un Mertens impreciso e un Insigne che viene addirittura beccato dai suoi tifosi. Gli azzurri ritrovano vita grazie al polacco, che contro il Sassuolo aveva dato già forti segnali ma che contro il Chievo si è definitivamente ripreso Napoli e il San Paolo. Milik is back, di nuovo. Con il colpo di testa, piatto forte della casa. Un gol che ridà coraggio al Napoli, capace poi di ribaltarla all'ultimo respiro con Diawara. Un nuovo ritorno per Arek, dopo il secondo infortunio nel giro di un anno. Un ritorno di rabbia, la stessa mostrata anche nel suo urlo liberatorio. ‘Sì, ho vinto anche questa sfida…’. L’ennesima della sua vita. Perché la strada, per Arkadiusz Milik, è spesso stata in salita. Appena 23 anni ma già uomo. Insomma, uno che le cose se l’è dovute sempre guadagnare.
Testa sulle spalle ora, dopo un’infanzia difficile. Anni di
sbandamento dopo la perdita del padre. Qualche furtarello, ragazzate.
Poi il calcio a salvarlo, come accade in tante storie. Con la sua nuova
figura paterna rappresentata da Slawomir 'Moki' Mogilan, l’allenatore delle giovanili del Katowice.
Colui che lo aiutò a vincere la prima sfida, in quella Polonia a cui è
sempre stato legato. Tanto da aspettare per lasciarla, rifiutando
qualche buona offerta. Poi a 18 anni le esperienze in Germania con
Leverkusen e Augusta che non gli regalano grandi soddisfazioni ed
Amsterdam che, invece, diventa la sua nuova casa. Il 4-3-3 di de Boer, i
gol e i tanti record polverizzati in Olanda. Con questa maglia, alla
sua età, ha fatto meglio di gente come Van Basten, Cruyff, Kluivert e
Ibra. Anche in questo caso una sfida vinta.
Napoli, l’eredità di Higuain e un impatto devastante
Gol e prestazioni che gli permettono di diventare uno dei migliori talenti del calcio europeo. E la grande chiamata, per Arkadiusz Milik, arriva dall'Italia. Con il Napoli che gli propone un'altra, intrigante sfida: raccogliere l'eredità di Gonzalo Higuain. Arek la accetta, arriva in azzurro in un momento in cui i tifosi si sentono traditi dal 'Pipita', passato dal record storico di 36 gol al trasferimento agli storici rivali della Juventus. Ma Milik ha carattere e personalità e si presenta subito con il suo miglior biglietto da visita, il gol. Doppietta decisiva contro il Milan in campionato all'esordio da titolare e doppietta decisiva in Champions League contro la Dinamo Kiev. L’impatto è devastante, con 7 reti segnate in 9 presenze ed una media di un gol ogni 85 minuti circa. Higuain cancellato? Probabilmente ancora no, ma che inizio!
L’infortunio, il calvario e la (prima) rinascita
Ma proprio nel momento in cui Milik stava lottando per conquistare Napoli, ecco che la dea bendata gli gira le spalle e lo mette davanti ad una nuova sfida. Probabilmente la più complicata della sua carriera da calciatore. L'8 ottobre, durante un Polonia-Danimarca valido per le Qualificazioni ai Mondiali del 2018, l'attaccante subisce la rottura del crociato anteriore del ginocchio sinistro. Da erede di Higuain e nuovo idolo del San Paolo a infortunato e paziente della clinica di Villa Stuart. Luogo in cui Milik ha vissuto tutte le tappe del suo recupero. Un calvario terminato definitivamente in una delle notti più importanti della storia del Napoli, quella del Santiago Bernabeu. Il 15 febbraio, quattro mesi dopo l'infortunio, Sarri gli concede qualche minuto in Champions League contro il Real Madrid. Per poi schierarlo per la prima volta dall'inizio in Coppa Italia, allo Stadium, contro la Juventus. Il nuovo inizio? Contro il Sassuolo, gol che regala il pareggio al Napoli al Mapei Stadium. Sette mesi di attesa, dal gol al Benfica in Champions League a quello contro i neroverdi di Di Francesco. Un buon viatico per avviarsi alla stagione successiva. Quella in cui, dopo tanta sfortuna, Arkadiusz Milik vuole puntare a conquistare definitivamente Napoli.
Il nuovo infortunio e il (secondo) ritorno
Una stagione, la sua seconda in azzurro, iniziata alle spalle di Dries Mertens. Che nel frattempo, proprio dopo l'infortunio di Milik, è esploso nel ruolo di centravanti. Il polacco, però, è giocatore vero. Gol contro l'Hellas Verona nella prima di campionato, uomo prezioso per Sarri sia per il turnover che per cambiare a partita in corso. Fino a... Ferrara! Dove ha avuto inizio una nuova sfida per Arek, con il crociato che cede di nuovo. La sfortuna che si accanisce, un nuovo calvario che lo attende. La stessa routine di un anno prima: l'operazione, Villa Stuart e recupero. E il ritorno, contro la Roma, a partita in corso. Contro il Sassuolo entra e dà la scossa il Napoli, il destino potrebbe riservargli un'altra sorpresa al Mapei Stadium. Ma la traversa gli nega la gioia di un gol pesante. Attesa che però dura appena sette giorni in più. Questa volta è il 'suo' San Paolo lo scenario di un gol bello quanto importante. Contro quel Chievo che poteva essere nel suo destino: a gennaio si parlò di un suo passaggio in prestito a Verona, con l'arrivo di Inglese a Napoli. Sliding doors del calcio, della vita. Milik resta a Napoli e segna proprio al Chievo, facendo ripartire il cuore azzurro che, in chiave scudetto, stava per spegnersi. Napoli ci crede, con un Milik in più. Ritornato (ancora) più forte di prima!