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Data: 02/05/2016 -

Il Salford City, lo United e un record in continua evoluzione: la "Classe del '92" vince un altro campionato

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Il sistema calcistico inglese ha le parvenze di un’infinita piramide, con la Premier League che si erge come un faro e illumina a chilometri di distanza, mantenendo nell’oscurità le migliaia di squadre che militano nelle categorie inferiori.

Dalla ventitreesima serie, fino ad arrivare in cima, sono più di cinquemila le squadre che si danno battaglia negli inferi delle categorie minori, nella speranza di riuscire a scalare le gerarchie e ritagliarsi un posto d’onore nei campionati maggiori.

Nel 2012 è iniziata la fantastica storia del Salford City Football Club, una piccola provinciale che hai iniziato a sognare grazie a chi non ha mai dimenticato le sue origini. Scholes, Gary e Phil Neville, Butt, Giggs. Vi dicono niente? La classe del ’92, originaria di Salford (Giggs a parte), ha deciso di rilevare le quote del club, portando la società nel giro di quattro anni a inanellare ben quattro promozioni e a raggiungere così National League.

La cavalcata trionfale del Salford è stata possibile anche grazie a Jeremy Lin, il magnate orientale che nel 2014 ha rilevato il 50% delle quote societarie, permettendo al club del Greater Manchester di pensare in grande per le stagioni future. Dopo il terzo posto nella regular season, sabato scorso si è giocato il playoff valevole un’intera stagione: come nella migliore tradizione dei ‘red devils’, il Salford ha segnato le reti del definitivo 3-2 ai minuti 79’ e 87’, completando la rimonta sul Workington e siglando un record mai conquistato prima nella storia del calcio inglese.

Il Salford è ora a due sole categorie dal professionismo, dopo essere giunto nella nostra Promozione, e i ragazzi dello United hanno tutte le intenzioni di continuare a scalare in fretta la piramide. La speranza di vederli indossare di nuovo gli scarpini, purtroppo, si riduce sempre di più: ma la storia dell’attaccamento alla città che li ha resi grandi è degna di essere seguita, comunque vada a finire.

Andrea Zezza



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