Torna il sole a Livorno e non solo sulle spiagge già affollate da chi vuole approfittare del primo caldo stagionale. Torna, infatti, a battere anche sul Picchi, dove il clima era già rovente di suo. Solo tre vittorie nel 2018 per gli amaranto, poi sette sconfitte e due pareggi nelle ultime dodici gare. Una crisi senza fine, un vero e proprio suicidio sportivo per chi, a Natale, già vedeva la B. Un vantaggio dilapidato nel giro di qualche mese, una terribile influenza immune a qualunque antibiotico. Anche alla cura Foschi, l'ultimo disperato tentativo di Spinelli. Che sembrava quello buono dopo la vittoria nel big match contro il Siena e la conferma di Viterbo.
Poi tre sconfitte a riportare tutti sulla terra. Lo sfogo di Spinelli dopo la sconfitta di Arezzo a lasciar pensare il peggio. Eppure oggi sembra tutto diverso. Sì, perché nel frattempo a Livorno è arrivato il Pisa, terzo in classifica e desideroso di fare il colpaccio. Loro, i cugini non proprio ben visti da quelle parti, anzi. Un punto di non ritorno, dunque. Un bivio sportivo arricchito da una rivalità secolare. Per questo il Picchi ha risposto presente, per questo i tifosi hanno deposto ogni tipo di contestazione preferendo la sciarpa e il calore della voce. Un botta e risposta con i pisani (anche loro numerosi) durato per tutta la gara, un incitamento continuo a Luci e compagni. Insomma, una vera e propria bolgia traboccante di entusiasmo.
È finita con Vantaggiato a petto nudo sotto la curva. Incurante delle critiche riguardo alla sua forma fisica. Lui che è stato il più bersagliato dai tifosi e anche dal Presidente, con quella prova peso al Centro Coni che sembrava sancire una spaccatura definitiva. Oggi, invece, è tornato al gol. Il suo quindicesimo in campionato, il terzo nelle ultime dodici partite. Ma soprattutto è tornato ad alzare la qualità del gioco: "Perchè, alla fine, la sua era solo una questione mentale" Dirà Sottil. Sponde, smistamento di palla continuo, un assist da terra per Doumbia.
Già, Doumbia... il franco maliano che era sparito. Ne aveva segnati sette nelle prime diciassette partite, eguagliando quello che era il suo record personale fin dai tempi della Santegidiese, in Serie D. Poi il buio e l'infortunio che lo ha tenuto fuori per un mesetto. Lui, il colpo da novanta del mercato estivo, il giocatore più voluto da Sottil: "Per la sua velocità - spiegherà sempre a fine partita - per la sua bravura in entrambi le fasi. Ha un senso del gol devastante, è fortissimo". Al Centro Coni non ha passato un buon quarto d'ora nemmeno Mazzoni, che ha risposto sul campo: "Oggi ha dimostrato prima di tutto quanto è attaccato a questi colori e poi il grande portiere che è". Almeno tre gli interventi decisivi, per uno che ha questa città nel cuore. Per uno che c'era quel maledetto 14 aprile del 2012, quando Piermario Morisini si accascia a terra sul Prato dell'Adriatico: "La vittoria è dedicata a lui - dirà sempre Sottil - sono sicuro che ci avrà visto dall'alto e avrà apprezzato". Chissà, magari avrà anche sorriso nel vedere la pazza corsa di Protti dopo la rete di Vantaggiato.
Uno scatto liberatorio e una esultanza scatenata, di quelle che forse non faceva nemmeno quando giocava. Tanta la tensione accumulata negli ultimi giorni. Sembrava ad un passo dalle dimissioni, ora si gode il ritorno del suo Livorno . Che non deve più fermarsi, però. Perché alla fine del campionato mancano solo tre giornate e il tempo dei jolly è finito. Lo sa Sottil, lo sanno tutti. Intanto oggi la città sorride. Per i tre punti soprattutto. Conquistati con il Pisa, poi, hanno un sapore diverso.