Il 22 Aprile Ricardo Kakà compirà 36 anni. Il campione brasiliano ha concesso una lunga intervista a UOL Esporte nella quale ha percorso tutta la sua carriera, fatta di grandi successi e qualche rimpianto. O errore, come lo chiama lui stesso. Come quello di scegliere il Real Madrid dopo i grandi successi ottenuti con la maglia del Milan. Ad ammetterlo lo stesso Kakà: “Lì in Spagna ero completamente perso. In Italia ero considerato il migliore al mondo e tutti mi amavano, a Madrid volevano tutti che me ne andassi”. Il brasiliano ha ricordato anche il suo rapporto molto rispettoso ma complicato con Mourinho: “Aveva tutte le ragioni per farmi fuori, nella mia testa volevo provargli che ero in condizione di essere tra i migliori ma i risultati in campo non sono mai arrivati. Lui mi è stato vicino e mi ha aiutato, ma il problema ero io. Quando ho lasciato Madrid lui ha detto che sono stato uno dei giocatori più professionali con cui abbia mai lavorato”.
Kakà poi ha lasciato ampio spazio ai ricordi in maglia rossonera, tra cui quelli più bui, come la notte della finale di Champions League a Istanbul nel 2005, persa in modo rocambolesco contro il Liverpool: “Lì ho imparato che non avevo il controllo sulla vittoria. Dopo quel match ci sono state diverse speculazioni sulle nostre celebrazioni nell’intervallo: non avvenne nulla di tutto ciò, vista l’esperienza che aveva quella squadra. Alla fine fu un risultato incredibile: quel Milan è stato una delle migliori formazioni della storia, una delle migliori difese che sia mai esistita, e abbiamo subito tre gol in sei minuti. In ogni caso quella di Istanbul è stata la peggiore sconfitta della mia storia, una delle più difficili da superare. Ma è stata una delle più grandi lezione che abbia mai ricevuto nel calcio”.
Poi, però, arrivò la rivincita nel 2007, ad Atene, con i rossoneri che alzarono il trofeo. Con Kakà vero trascinatore della squadra. E Pallone d’Oro lo stesso anno. L’ultimo prima del duopolio Messi-Ronaldo: “Spero continuino a vincere, anche perché così tutti continueranno a ricordare che l’ultimo prima di loro l’avevo vinto io .Ma se la loro era dovesse finire, sarei molto contento che tornasse a vincerlo un brasiliano come Neymar”. Dopo il ritiro è tornato da spettatore a San Siro, la sua casa: “Sono entrato in campo, i tifosi del Milan urlavano il mio nome e ho sentito il calore dello stadio. Mi sono reso conto che ero nel posto in cui dovevo essere: sugli spalti, a guardare e tifare”. Uno come Ricardo Kakà, a Milano e nel mondo, non si dimenticherà facilmente.
Data: 18/04/2018 -