‘Amo gli adolescenti perché tutto quello che fanno, lo fanno per la prima volta’. Di getto e col cuore. Cit Jim Morrison. Riprende Francesco Di Nolfo, esterno offensivo del Perugia e classe ’98. Dunque, ancora dentro l’età delle prime volte. Ma la sua è stata un po’ particolare, senz’altro bella, originale e spensierata. Di giovedì, all’ultimo secondo dei tempi supplementari, in una partita di Coppa Italia, al rientro dall’infortunio e soprattutto di destro, lui che è mancino. E invece… quando ha visto la palla arrivare non c’ha pensato due volte, al volo e dritta all’angolino. Tanta roba, per usare un... cit giovanile.
Primo gol tra i professionisti, prima esultanza, primo tutto. ‘Ma con il sinistro hai tirato due cosettine, di destro invece…’, il monito tanto scherzoso quanto affettuoso di Bucchi. Tra loro c’è un feeling speciale. Dall’esordio dal 1’ nel derby contro la Ternana, alla rete contro il Genoa. Un po’ come padre e figlio. Tra un consiglio e l’altro, che Di Nolfo è sempre pronto a recepire. Un tipo molto tranquillo, tutto calcio e scuola. Gioca e studia in un istituto di Roma dove non c’è l’obbligo di frequenza. Si impegna, buoni risultati. Proprio come in campo: deciso e convinto. E spesso più delle qualità, è la determinazione a fare la differenza, in qualsiasi ambito.
‘Voglio tornare al Perugia’. Aveva le idee chiare Di Nolfo in estate dopo il rientro alla Roma. Detto, fatto. E’ tornato, ‘ma parte con la Primavera’. Invece, ecco un’altra ‘prima volta’: il ritiro con i grandi. Ottime impressioni, è uno di quelli che ‘può spaccare le partite’ per velocità di pensiero e di giocata. Ricorda qualcuno. Ah ecco, Mirko Vucinic. Un paragone di quelli importanti, che per lui significa qualcosa in più. Come quando si fermava a Trigoria per vederlo allenarsi. Giusto il tempo di fare un paio di gol con gli Allievi Nazionali, di cui è stato capocannoniere insieme a Tumminello.
A Roma lo chiamavano il ‘piccolo Vucinic’. E in futuro chissà, i giallorossi hanno un’opzione per riprenderlo. Ma ora lui pensa solo al Perugia, di cui è affascinato per idee e progettazione. Drolé, Zebli, Di Nolfo, Traoré e la lista potrebbe essere anche più lunga. Divertono e si divertono. Il segreto? Sembrerebbe banale, invece non lo è: l’educazione. Mai una parola fuori posto Di Nolfo, spesso glielo dicono… ‘Devi avere più malizia!’. Lui guarda avanti e corre, con quel sorriso senz’altro adolescenziale. Ricorda un po’ Vucinic sì, per giocate e quella capacità forse unica di scomparire e riapparire. Meglio andarci piano, però. Non ama i paragoni. Per quelli, d’altronde, c’è ancora tempo. Ora, intanto, si gode la sua prima volta.