Andreas Schicker, oggi ventinovenne di Vienna, nel novembre 2014 vide il mondo, il suo mondo, crollargli addosso. Zero certezze, sia per il presente che per il futuro, legate alla perdita della sua mano sinistra. Un petardo difettoso, una miccia non propriamente a norma, e lo scoppio, gli costarono caro. Eppure, a un anno e cinque mesi di distanza da quel giorno, Schicker è tornato in campo.
Già, in campo, perchè Andreas Schicker, era ed è tuttora un buon difensore. Calciatore professionista, dunque, dal futuro segnato dopo la perdita della mano: mai più su un campo da calcio, non tra i professionisti almeno. Così dissero i medici, così sembrava all'inizio. Non per lui, però. Perchè in Schicker c'era già allora l'idea di ricominciare immediatamente a correre, a combattere, a lottare come ha sempre fatto durante la sua carriera. Con un unico scopo: tornare a calcare i campi da gioco, per dimostrare di essere il più forte. Ed Andreas c'è riuscito, anche con l'aiuto della FIFA, che lo scorso 31 ottobre gli ha concesso la licenza per giocare con una protesi speciale, unica nel suo genere. Di gomma, e non metallica come quella utilizzata nella vita di tutti i giorni, per permettere a Schicker (e agli avversari) di non correre pericoli.
Il ventinovenne austriaco si è raccontato a FIFA.com, parlando del suo futuro ("mi vedo allenatore, un giorno, ma per ora continuo a giocare") e del piacere più grande che prova ogni giorno: "Mi hanno scritto tante persone che vivono senza un arto o una mano dalla nascita, o li hanno persi in incidenti. Ho mandato loro dei miei video, e uno di loro vuole venirmi a trovare, per toccare la mia protesi, per vedermi da più vicino. E' magnifico sapere che posso aiutare queste persone".
Infondere e avere speranza. Schicker l'ha sempre avuta verso un suo ritorno in campo col suo Wiener Neustadt II, e ora la trasmette al prossimo. Per dimostrare a tutti che ce l'ha fatta, è davvero lui il più forte.