Caparbio e mai domo. Sono queste le caratteristiche che in tre partite ha dimostrato il Palermo di Roberto Stellone. Al terzo match, però, non arriva la vittoria e la conferma di un tabù da "tre successi" per i rosanero che manca dall'anno della promozione in Serie A con Beppe Iachini in panchina. Contro il Venezia finisce 1-1, un pari raggiunto all'ultimo minuto del tempo regolamentare con il gol di Struna. Cinque punti conquistati negli ultimi dieci minuti del match: un dato emblematico per i siciliani sotto la guida di Stellone.
Significativo, però, è il gol di Struna. Il difensore sloveno, alla seconda presenza in stagione e al secondo gol in rosanero due anni e mezzo più tardi il primo contro l'Atalanta, è uscito da un tunnel dove era entrato a inizio stagione con un infortunio che ha condizionato i primi mesi del campionato. L'autunno ha segnato la rinascita, con benzina accumulata nelle gambe e la consapevolezza di poter dare una mano a questo Palermo dalle più facce, visto che oggi Stellone ha effettuato sei cambi rispetto alla squadra vista a Lecce.
Un punto agrodolce, invece, per Walter Zenga che per la prima volta tornava da ex a Palermo. Una partita che non ha potuto vedere interamente dalla panchina vista l'espulsione al quarto d'ora della ripresa, proprio in contemporanea con il rosso a Trajkovski. Un allontanamento che Zenga ha commentato con ironia in sala stampa, ma risultando mai banale come sempre: "Qualcuno ha usato i modi da giacca e cravatta e non da tuta". In due partite, però, il suo Venezia è riuscito a fermare due big del campionato come Verona e Palermo con l'obiettivo di uscire da un inizio di stagione negativo.
Giovanni Mazzola