La bandiera viola è tornata a casa. Giancarlo Antognoni, dopo il ruolo in Figc, il 2 gennaio ha accettato un ruolo dirigenziale nella Fiorentina: “L’incontro decisivo è stato dopo la festa dei novant’anni, ad agosto. Ho parlato con Cognigni e Andrea Della Valle e si è paventata questa possibilità. Stavo bene in Federazione, ma la Fiorentina rappresenta la mia vita - spiega al 'Corriere Fiorentino' - Tutto è diverso da vent’anni fa, dallo stadio al centro sportivo. Questa è una società di livello e lo dico avendone conosciute tante”.
Una volta indossava la 10, adesso una giacca e una camicia: “Io sono un jolly. Ho un ruolo importante e mi è stata data la possibilità di cucirmelo un po’ addosso: a a costruire la squadra ci pensano Corvino e Freitas, ma se mi chiedono un parere sono felice di darlo conoscendo tanti giocatori”.
La stagione non certo esaltante dei viola ha scaturito il malcontento tra i tifosi: “Non sono venuto qui per fare il parafulmine e non mi interessa diventarlo anche se c’è qualcuno che lo pensa. Devo dire che ho trovato molto scetticismo. Troppo. Io penso che un presidente con queste potenzialità sia difficile trovarlo in giro. Ai tifosi dico allora che farebbero bene a tenerselo stretto e non perché adesso sono qui. Certo qualche errore è stato commesso in passato e la presenza a Firenze potrebbe essere maggiore soprattutto per quanto riguarda Diego che ho visto una sola volta allo stadio a Milano. Però nella crescita di questo club mi pare sia stato fatto il massimo tenendo conto di quella che è la dimensione della Fiorentina. Qualcuno vorrebbe un trofeo, e la società ci è andata vicina più volte. Vincere però è un’altra cosa e non mi pare che in Italia ci riescano in tanti. Andrea Della Valle è stato accusato di poca passione, ma in tribuna non sta fermo un attimo! Si alza, si siede, freme a veder la Fiorentina”.
Dopo l’eliminazione in Coppa Italia e in Europa League, l’unico obiettivo resta il sesto posto: “Questa resta una squadra forte e importante. Certo, è anche un gruppo che ha dato moltissimo e che dovrà essere rinnovato la prossima estate. Su questo Corvino e Freitas stanno già lavorando”.
Impossibile non parlare di Sousa: “È un allenatore moderno. Ormai quel ruolo è cambiato molto, devi avere uno staff di fiducia notevole e l’allenatore diventa un coordinatore di tutti questi tecnici. Secondo me ha fatto bene, quest’anno il risultato sta condizionando il giudizio ma se guardiamo il campionato da Fiorentina-Juve in poi la squadra ha sbagliato tre partite: col Borussia, col Torino e col Genoa. In tre tempi abbiamo finito per rovinare tutta una stagione. Credo comunque che il prossimo allenatore sarà italiano, anche se la scelta non è di mia competenza. Per me la nostra resta la migliore scuola.”.
Bernardeschi e Chiesa fanno guardare al futuro con più serenità: ”Loro due hanno un fascino particolare perché sono nati calcisticamente qui. Chiesa lo conoscevo dalle convocazioni in Under 19, non è un ragazzino è già adulto nonostante la giovane età. Ha fatto un salto incredibile, non è da tutti esordire a Torino contro la Juventus e poi confermarsi con una stagione così. Berna ha tutto per essere il prossimo capitano, ed è giusto che abbia la numero 10 sulle spalle. Ha personalità e qualità. Gli consiglio di restare ancora qui, perché può crescere ancora molto. Un altro giovane che può esploderere? Dico Castrovilli".