Tra tutti i membri della famiglia, il proprio padre è forse quello che più di tutti puó comprendere la nostra malattia per il fantacalcio. In fin dei conti chi ci ha trasmesso la passione per il calcio e per la propria squadra del cuore? Certo, per molti papà il fantacalcio resta misterioso quanto il terzo segreto di Fatima, mentre per alcuni è una passione tanto quanto i figli.
Il mio è quella giusta via di mezzo tra la conoscenza per osmosi e disinteresse totale, perchè "io non ci gioco a queste cose". Ma dopo 20 anni di militanza tra aste, voti, bonus e tante parolacce, qualche nozione l'ha imparata. "I voti dei calciatori decidono tutto" e "chi fa più punti vince". Basico, ma corretto. Alcuni riti peró continua a non capirli. Ogni fine estate, la domanda si ripete: "Questa sera fantacalcio? Ok, ci vediamo domattina". Ormai è chiaro anche a lui: l'asta iniziale ha un orario indefinito. Sai quando inizia, non sai quando finisce. Ma continua a non comprenderne i motivi: "Io vorrei sapere che vi dite in 8 ore...".
Asta, ma anche consegna delle formazioni. Battesimi, pranzi da nonna, anniversari, weekend in famiglia, cascasse il mondo, ogni fantallenatore il sabato pomeriggio deve ritagliarsi del tempo per mettere in campo i suoi 11. Le varie donne di casa non solo non comprendono, ma addirittura si incazzano per quella lieve forma di autismo che ci colpisce ogni settimana: cellulare in mano e "probabili formazioni". Ma lui no, papà sorride e capisce. Non sa bene il motivo, ma non puó venire meno alla solidarietà maschile. "Dai scrivi questa roba, ma sbrigati che mamma non la voglio sentire". Amore lui, che è sempre dalla nostra parte...tranne a fine anno. Lì no. È il momento dei pagamenti. Tocca versare la quota. E la conversazione è uguale per tutti. "Papino mio, senti...". "Meno moine. Vuoi i soldi. Quanto ti serve per quel giochetto?". Manca tanto a fine stagione, ma oggi è il tuo giorno. Auguri papà.... ah sarebbero 100€.