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Data: 09/02/2017 -

‘La camiseta del milagro’. Dopo Zampedri, Lautaro Martinez segna ancora con la maglia ‘miracolosa’ dell'Argentina

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Stadio Olímpico Atahualpa: ventiquattro ore dopo è sempre lei ad esultare. E non è un caso se in Argentina la chiamano ‘la camiseta del milagro’. Ieri, la ‘maglia del miracolo’, l’aveva indossata Fernando el Chajarì Zampedri durante l’incredibile vittoria dell’Atletico TucumanAtletico Tucuman contro il Nacional in Libertadores, in cui la squadra argentina, dopo un’Odissea fatta di aerei cancellati e bagagli perduti, è stata costretta a giocare con le magliette della Nazionale albiceleste presente a Quito per il Sub20. Il giorno dopo è ancora la maglia numero 9 ad esultare, questa volta sulle spalle del suo proprietario originario: Lautaro Martinez. Un colpo di testa dal dischetto dell’area e pareggio conquistato all’ultima azione della partita contro il Brasile. Un 2 a 2 che permette all’Argentina di rimanere in vita nel Campionato Sudamericano Sub-20. Di miracolo in miracolo titolano in Argentina, anche se la nazionale albiceleste dovrà vincere la prossima partita contro il Venezuela con cinque reti di scarto per accedere alla fase successiva del torneo. Le speranze dell’Argentina poggerano senza dubbio su di lui.


Punta centralissima, classe '97 del Racing. Lui al contrario di Zampedri preferirebbe seguire le orme di Milito, vero monumento ad Avellaneda. “Il mio obiettivo è quello di migliorare ogni giorno di più, ho avuto la fortuna di allenarmi con Milito e Lisandro Lopez”, la strada giusta per affermarsi come un campione nel Racing. Le somiglianze però finiscono qui perché Martinez è una punta più di movimento, alto 1,74 centimetri, preferisce il gioco in contropiede e l’aggressività ai movimenti delicati di Milito. Instancabile nel pressing e feroce nelle ripartenze. Non solo un numero 9, ma anche un regista offensivo.

Cresciuto a Bahia Bianca, settecento chilometri di distanza da Avellaneda, per lui il Racing è un sogno che si avvera. Un adattamento non facile per Lautaro a Buenos Aires: “Le prime due settimane non ho parlato con nessuno, poi la squadra mi ha aiutato, convincendomi a rimanere”. Un diamante grezzo, ma che fin dalla sua prima stagione nelle giovanili ha cominciato a splendere: 26 gol in 26 partite e le porte della prima squadra che si aprono. Lo scorso anno con il debutto con i grandi. Appena qualche minuto nel 3-0 contro il Crucero del Norte, entrando proprio al posto di Diego Milito.


In questa stagione ha alternato presenze in prima squadra, con la titolarità nella formazione delle riserve, dove ha messo in mostra le sue doti di macchina da gol. Nella scorsa estate nel torneo per nazionali ad Alcudia in Spagna è stato eletto il miglio giocatore del torneo, con gli osservatori di Real Madrid e Valencia pronti ad annotare il suo nome sui taccuini, aspettando però di vederlo con più continuità nel corso di quest’anno. Intanto il Racing si è portato avanti facendo firmare al giovane un contratto fino al 2019, con una clausola di 8 milioni di dollari. Il presidente della squadra Adrian Fernandez però ci va piano ha potenziale per fare grandi cose, ma non dobbiamo avere fretta”. Come per molti argentini il sogno magari potrà quello di giocare in Europa e con la maglia dell’Argentina. Ma per ora si è messo in mostra nel torneo sudamericano Under 20, seguendo i consigli di Milito, con la 9 sulle spalle. La maglia che ora a Quito non vorranno più vedere. La camiseta del milagro.



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