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Data: 07/03/2018 -

Il Fantacalcio compie 30 anni. Albini, inventore del gioco: "All'inizio nessuno mi dava retta..."

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h2 style="text-align: center;">CONSIGLI DA… ESPERTO

Partiamo da un presupposto:Non ci sono strategie, il fantacalcio è, almeno al 50%, questione di fortuna. Per vincere un campionato, serve puntare sui giocatori giusti e, sotto questo punto di vista, sbagliare è facile: lo fanno i ds di Serie A, figuriamoci se non ce lo possiamo permettere noi fantallenatori…”, spiega Albini. Se la fortuna non gira dalla vostra, insomma, non demordete: persino l’inventore del fantacalcio ha collezionato qualche rimorso nel corso degli anni. Questa stagione, in particolare, “ho puntato tutto su Berardi, Andre Silva e Cutrone… Solo l’ultimo mi sta dando qualche soddisfazione!”. Al fantacalcio e non solo: Albini è un tifoso del Milan: “Un anno vinsi grazie ai gol di Shevchenko. Che goduria! Nel 2012, invece, conquistai il primo posto grazie alle reti di Ibra e German Denis… El Tanque, pagato 2 crediti, segnò 16 gol!”. La fortuna, però, ha sempre un ruolo centrale nel gioco: “Può capitare che uno spenda tantissimo per uno dei candidati al titolo di capocannoniere e poi gli vada comunque male: pensate a chi si è svenato per prendere Belotti, per esempio. Dall’altra parte, magari un fantallenatore preferisce puntare su 4-5 attaccanti di medio livello: becchi il Quagliarella di turno che fa 20 gol e ti ritrovi al primo posto…”.

IL SEGRETO DEL FANTACALCIO

In questi trent’anni sono cambiate tante cose. Le generazioni, in primis. E, con esse, gli interessi dei giovani, le tendenze, le passioni. Ma non l’amore verso il… calcio. Già, “perché non bisogna dimenticare che il fantacalcio approfitta, nel vero senso della parola, del successo che il pallone riscontra in Italia. Dietro la fama di questo gioco, però, ci sono altri fattori non irrilevanti: “In Italia siamo tutti allenatori - continua Albini -. E non lo dico per scherzare! Al di là di quelli che lo fanno per mestiere, sotto sotto ci sentiamo tutti un po’ commissari tecnici. ‘Eh ma se giocassimo con il 4-3-3 con quel giocatore piuttosto che con quell’altro, vedresti come vinceremmo il campionato!’ Pensiamo davvero di capirne più degli altri e non è un caso che i migliori allenatori al mondo siano italiani. Moriamo dalla voglia di dimostrare che, quando si parla di calcio, siamo ultra-competenti in materia. E, nel suo piccolo, il fantacalcio ci illude di poterlo dimostrare”.

Il vero segreto, però, è un altro: “Conosco gente che vive in Inghilterra e che, a fine agosto, fa un salto in Italia per non perdersi l’asta con gli amici di vecchia data - conclude Albini -. Ex compagni di scuola che si ritrovano periodicamente e che, per mezzo di questo gioco, hanno tenuto in vita dei rapporti che, altrimenti, si sarebbero sgretolati con il passare del tempo. Il fantacalcio crea legami a dir poco pazzeschi e, probabilmente, è questo suo aspetto umano a renderlo speciale per molti di noi.

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