Topolino, Paperino o Qui, Quo e Qua, fumetti d’altri tempi. A Bologna si sono portati avanti eccome. Decisamente meglio un bambino alla scoperta della storia del Bologna fra tavole e nuvole. Lo ha immaginato - e disegnato - così Damiano Matteucci per raccontare come mai era stato fatto fino ad oggi il passato del club rossoblù. Protagonista della vicenda de “La grande storia del Bologna a fumetti” è Giacomo, bambino di quinta elementare che viene invitato da Renato, supplente della maestra di storia e geografia a cercare notizie sul passato della squadra di calcio della sua città.
“La scelta dei nomi Giacomo e Renato è un omaggio a due grandi del Bologna, Bulgarelli e Dall’Ara, ma anche a mia nonna Renata che era insegnante”, racconta Matteucci. Per il giovane studente inizia così un viaggio nel tempo alla scoperta di personaggi, trionfi e dolori della squadra della sua città attraverso le memorie della sua famiglia e di suo padre, ad esempio, che svela come il bisnonno Angelo fosse stato testimone nella birreria Ronzani della nascita del Bologna e di un curioso legame con il Real Madrid.
La storia corre, gli anni pure e così si arriva allo scudetto del 1964, l’ultimo dei rossoblù: Perani, Pascutti, Pavinato e Fogli si presentano in classe per rivivere insieme agli scolari l’indimenticabile film di quei giorni che videro la scomparsa dell’amato presidente Dall’Ara e la vittoria dello spareggio all’Olimpico di Roma contro l’Inter per 2-0. I disegni curati da Vito Antonio Baldassarro tratteggiano con leggerezza i baffi del primo presidente della storia rossoblù, il dentista svizzero Louis Rauch, le chiome imbiancate degli eroi del ’64, ma anche il “pizzetto” del Divin Codino Roberto Baggio o il sorriso furbo di Beppe Signori.
Nel volume al quale ha collaborato anche Jonatan Binotto, ci sono le vittorie indimenticabili come quella nel 1937 al Trofeo delle Esposizioni di Parigi (una sorta di Champions League dell’epoca) quando i rossoblù sconfissero il Chelsea e i tanti scudetti di quel periodo, ma anche le grandi delusioni come la retrocessione in serie C o la sconfitta nella semifinale di Coppa Uefa contro il Marsiglia nel 1999.
E a un certo punto il protagonista del libro ruba la parola a Di Vaio per spiegare a una compagna di classe come si possa amare una squadra che vince poco: “Se non la ami quando perde, come puoi amarla quando vince?”. Curiosa infine la scelta dell’autore dei testi: Matteucci, 27 anni, insegnante di professione e tifosissimo rossoblù si è laureato un anno e mezzo fa proprio con una tesi dal titolo “Bologna Fc, patrimonio di una città”: “E’ stata una figata”, si lascia scappare divertito. Tornando al libro con Di Vaio e Saputo il viaggio giunge al termine. La ricerca storica del piccolo Giacomo si chiude con l’approdo ai giorni nostri, ad un presente fatto di speranza, di voglia di rinascita e di nuovi eroi da seguire con la passione lunga una vita che accompagna da sempre il tifoso di qualsiasi squadra.
Marco Merlini