Se la sua presentazione fosse un risultato, sarebbe un secco 3-0: “Sono contento di essere qui perché so di essere nella squadra più importante d’Italia”, i suoi primi gol italiani Gabriel Barbosa Almeida li segna in conferenza stampa.
San Paolo - Milano, solo andata: è questo il biglietto con cui Gabriel Barbosa Almeida, detto Gabigol, ha viaggiato dal Brasile all’Italia, dal Santos all’Inter. L’ultimo acquisto nerazzurro sfila all’Auditorium Pirelli di via degli Arcimboldi dove oggi si è tenuta la sua presentazione ufficiale. Con una naturalezza disarmante ma anche un’emozione palpabile, scende le scale con gli occhi a terra e a passi veloci. Finite le scale, alza gli occhi e dispensa quei sorrisi di chi ha raggiunto il traguardo che sognava da bambino. Prima di sedersi e iniziare con le domande viene proiettato in sala un video di una cinquantina di secondi, uno spot Pirelli al nuovo talento brasiliano che comprende tutti gli elementi di una promettente simbiosi calcistica: il Corcovado, la Madonnina e un pezzo samba che accompagna Gabriel in qualche palleggio stile Joga Bonito.
Per non fargli sentire la pressione, Tronchetti-Provera prende la parola e lo avvisa: “l’ultimo brasiliano che ho presentato si chiama Ronaldo”. Sì, il Fenomeno, a cui sono andati gli auguri e gli applausi di tutta la sala e che sarebbe blasfemo portare a paragone con chiunque. Ma Gabriel sorride quasi intimidito e per superare quel po’ di imbarazzo spiega che i paragoni non gli piacciono. Le prime parole del nuovo acquisto innescano l’entusiasmo di chi sta scartando un regalo sapendo già che gli piacerà: “Sono molto grato di essere parte della storia di questa società, ringrazio la mia famiglia e Forza Inter”.
Gabigol è “il nuovo sogno dell’Inter”, spiega il direttore tecnico Ausilio. E’ la rappresentazione di una promessa fatta anno fa: quella di (ri)costruire una squadra di campioni che abbia come punto di partenza un giocatore giovane, di talento, umile e consapevole dell’importanza della maglia che veste (la numero 96 per inciso, ha compiuto vent’anni il 30 di agosto).
Gabriel vuole giocare, lavorare con il gruppo e mettersi a disposizione di De Boer da subito: “non vedo l’ora di esordire”; dopo la tribuna contro la Juve e la panchina a Empoli, San Siro potrebbe fare da cornice alla sua prima volta in nerazzurro, domenica alle 15,00. Ripete più volte che l’Inter è sempre stata la sua prima scelta tra le offerte (anche astronomiche) che aveva a disposizione. Ripete che a convincerlo sono stati il progetto, l’affetto dei tifosi e qualche chiacchierata in nazionale con alcuni giocatori come Coutinho.
Tra le ultime domande su condizione fisica e ruolo preferito il comune denominatore di quello che Gabigol replica è sempre uno: “sono pronto, voglio esordire e l’importante è che l’Inter vinca”.
Gabriel è pronto e non si vuole sovrapporre a nessuno “Icardi è un idolo per i tifosi, segna sempre e lo seguo da tanto tempo dal Brasile”. Non gli interessano paragoni: “Non c’è solo lui: in rosa ci sono grandissimi attaccanti”, a partire proprio da lui: il “piccolo” Gabigol con un destino che sembra già scritto sul nome ed una personalità che può far ben sperare.
Alice Nidasio