Studiosi, esperti nell’uso degli analytics di ultima generazione, ma soprattutto giovani: è questo l’identikit del nuovo prototipo di allenatore, una figura pronta ad imporsi sul panorama internazionale. Che spesso, peraltro, non ha nessun trascorso significativo nel calcio giocato. E’ possibile, eccome: abbiamo già parlato della storia di Ejdin Djonlic, ragazzo norvegese di 22 anni, che ha conseguito la licenza A dell’UEFA, diventando il più giovane ad aver raggiunto questo risultato. E adesso in Inghilterra lo chiamano già Mini Mourinho.
Non siamo chiaramente ancora ai livelli di Lippo Hertzka, l’ungherese che a 19 anni venne messo alla guida della Real Sociedad, mentre a 28 conquistò la prima Coppa dei Campioni della storia del Real Madrid. Ma erano gli anni Venti e Trenta: tutto un altro calcio.
Dare spazio ai giovani è un trend già cominciato, nella prassi attuale. Niall McGuinness a soli 24 anni si è trovato a marzo a dirigere il Rhyl, una squadra di prima divisione gallese, diventando il secondo allenatore più giovane della storia (qui, invece, la sua). Giovani e anche abituati a lavorare con i giovani è invece la nuova figura dell’allenatore in Bundesliga, dove il caso Julian Nagelsmann all’Hoffenheim al momento fa record e giurisprudenza in tal senso in Germania. Anche per lui fu subito proposto il paragone con Mourinho, commettendo peraltro una gaffe. Nagelsmann, infatti, s’è sempre detto seguace di Arsene Wenger e del Barcellona. Ovvero quanto di più lontano c’è dallo Special One.
Non si dubiti che anche la più conservatrice Italia stia cominciando a spingere in questa direzione. Basti pensare a Roberto De Zerbi, che con due grossi salti è passato dalla Serie D alla Lega Pro alla Serie A. Da quest’anno, infatti, è l’allenatore del Palermo a 37 anni (e con un passato da ex calciatore), che lo rende il più giovane del campionato italiano in corso. De Zerbi, infatti, ha scalzato da questa speciale classifica Simone Inzaghi e Oddo, che sono freschi quarantenni. E per poco non ha intaccato il primato di Vincenzo Montella, che a 36 anni guidò la Roma dopo l’esonero di Ranieri e detiene tuttora il record come allenatore più giovane della storia della Serie A. Altro che futuro, allora. I giovani adesso sono il presente.