Imbattuto. Se dovessimo scegliere una sola parola per descrivere il Liverpool in Europa League sarebbe questa: imbattuto. Sì, perché la squadra di Jurgen Klopp non ha mai incassato una sconfitta in questa edizione del torneo. Dallo scorso 17 settembre a ieri: quattro vittorie e sette pareggi, compreso dunque quello ricco di emozioni contro il Borussia Dortmund. Un cammino lineare, senza inciampare mai. E così dovrà essere ancora la prossima settimana, quando ad Anfield si giocherà la partita di ritorno contro il Borussia, se la Kop intende staccare il biglietto per la semifinale.
Una squadra che presto ha assorbito i dettami di un allenatore che spesso è riuscito ad avere l'intuizione tattica giusta. Come quando ieri sera ha deciso di schierare quello che al termine dei 90 minuti è diventato il man of the match: Origi. Il felice ritorno al Liverpool del belga classe '95 l'ha portato a segnare un gol pesantissimo che ha fatto esultare Klopp difronte al suo passato. Scelte azzeccate, la ribalta dei giovani e un allenatore sempre più British, che ha saputo declinare il suo gegenpressing al calcio inglese. Certo, i risultati non potevano essere immediati, ecco perché il cammino in Europa League prosegue più felice di quello in campionato. Nono il classifica, il Liverpool non vince lo scudetto dalla stagione '89/'90. Ma molti sono i segnali che arrivano dalla Kop che fanno ben sperare per il futuro. Ormai questa Premier ha un protagonista, il Leicester, ma l'anno prossimo la Cenerentola potrebbe perdere la scarpetta di cristallo e la carrozza potrebbe ritornare zucca. E allora ecco che chi quest'anno è rimasto a guardare, la prossima stagione potrà invece tornare a dire la sua.
I 4 di Liverpool, o meglio i 4 (motivi) per cui tornare a credere che questa squadra sarà in prima linea per la lotta al titolo. Fiducia nei giovani, entusiasmo dato dai risultati in Europa, un allenatore sempre più immerso nella mentalità e nel calcio d'oltremanica senza però voltare le spalle ai suoi principi e la riqualificazione di quegli elementi della rosa che con Brendan Rodgers non rendevano come fanno da quando il tedesco è approdato sulla panchina dei Reds (i vari Firmino, Coutinho, Benteke ringraziano). Quattro motivi per credere che chi è passato dal muro giallo al rosso fuoco di Anfield potrà fare qualcosa di importante in Premier. Quattro, come i Beatles che sono diventati la band preferita di Mr. Klopp, tedesco di nascita, inglese d'adozione. And it's not a Klopptical illusion...