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Data: 05/11/2020 -

Dal tumore all’esordio in Serie A, le vite vissute da Horvath a solo 18 anni

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La vita a volte ti mette davanti a sfide che sembrano insuperabili. Superarle non dipende neanche da te. Sono sfide che ti temprano, ti cambiano e ti portano a vedere la vita in modo diverso. Krisztofer Horvath, trequartista magiaro del 2002, di partite sul campo ne ha vinte tante. Dallo Zalaegerszegi alla SPAL, con il Toro nel destino. Dalla Serie B ungherese alla Serie A italiana, il tutto tra i 16 e i 18 anni. Tutto questo se l’è guadagnato affrontando sfide che vanno oltre al calcio.

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Il tumore

A 13 anni Krisztofer è un ragazzo come tanti e dai suoi occhi color ghiaccio trasmette tutta la spensieratezza e tutti i sogni di qualsiasi suo coetaneo. Tutto sembra svanire nel gennaio 2015. A Horvath viene diagnosticato un cancro ai linfonodi, un tumore raro e che ancor più raramente colpisce un ragazzo di quell’età. Lo Zalaegerszegi per aiutarlo ad avere le cure migliori organizza una partita di beneficienza con l’Haladas, squadra storicamente rivale. Il ricavato fu donato interamente al ragazzo, che anche grazie all’aiuto della società torna a vivere normalmente e a sognare la possibilità di diventare un calciatore professionista. Una sfida del genere ti tempra e ti fa vedere la vita in maniera totalmente differente.

I sogni a volte diventano realtà. Neanche tre anni dopo, all’età di appena 16 anni, fa l’esordio in prima squadra, nel campionato di Serie B ungherese. Chissà quante volte lo aveva sognato mentre era in cura a 13 anni. Da lì trova 23 presenze condite da 2 gol e 2 assist, ma soprattutto una crescente attenzione.

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L'Italia

In particolare a muoversi è la SPAL che nel gennaio 2019 ottiene dallo Zalaegerszegi la possibilità di averlo in prova per 10 giorni. Horvath va così ad allenarsi con l’Under 17 della SPAL. A Ruggero Ludergnani, responsabile delle giovanili del club ferrarese, e a Fabio Perinelli, tecnico della squadra, di giorni però ne bastano 3, stregati dalle capacità tecniche e dalla determinazione di Krisztofer.

Horvath approda in Italia in prestito per sei mesi, alla fine dei quali la SPAL decide di rinnovarlo. Intanto lo Zalaegerszegi è stato promosso in Serie A ungherese. Horvath decide di tornare in patria e da lì non vuole andarsene. Il sogno di giocare nella massima serie magiara con la società a cui deve tutto è troppo grande. Risolutivo l’intervento di Ludergnani, che vola fino a casa del ragazzo. Krisztofer rimane colpito dal gesto e torna a Ferrara.

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Il trequartista così inizia a brillare nel Primavera 2, ma viene fermato dallo stop per il Covid-19. Si chiude una porta, ma si apre un portone. Alla ripresa della Serie A Luigi Di Biagio lo porta in prima squadra. Il 27 luglio ecco l’incontro con il destino. Horvath fa il suo esordio in Serie A e l’avversario è il Toro. La stessa squadra che da pochi mesi ha accolto come dt Davide Vagnati, che a settembre - insieme a Massimo Bava - decide di puntare sul ragazzo. Krisztofer approda così nella Primavera granata, ma soprattutto in un ambiente in cui calza a pennello. Horvath è un lottatore, pronto ad affrontare qualsiasi sfida, la più dura l’ha già superata.

di Roberto Ugliono



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