È un Gonzalo Higuain molto intimo e profondo quello che si apre ai microfoni di TyCSports dal ritiro dell'Argentina. Parla di sé, delle sue sofferenze subite soprattutto con la maglia albiceleste. Due Coppa America, due finali, sempre contro il Cile e due sconfitte. Lo scorso anno sbagliò il rigore nella finale, pochi mesi fa si è divorato un'occasione colossale al primo tempo che avrebbe potuto cambiare la storia della seconda finale contro la Roja. E anche per questo il Pipita è stato male e lo ammette senza timori: "A volte non ci sono parole per descriverlo, è difficile da dire, spiegare ... Sono cose che succedono. Questo è il calcio, si gioca contro altre squadre e non abbiamo avuto la fortuna che sia andato bene. Penso però che abbiamo reso felice un sacco di gente felice per molto tempo". Ma poi Higuain si chiede: "A volte non so perché arriviamo alla finale, se poi ci arriviamo e inoltre ci uccidono".
Higuain ha parlato anche del futuro, non pensando al passato e quello che è stato con la maglia dell'Argentina "Adesso dobbiamo andare avanti e basta. Sono un giocatore di calcio, ma sono anche una persona. Ho lo stesso diritto di vivere, di soffrire. Il calcio è la mia vita, ma ci sono anche altre cose importanti. Però la gente ha voce in capitolo, è libera di insultare, criticare ... Se sono felici così, va tutto bene. Ma la mia umile opinione è che siamo persone prima che calciatori. Ci sarà sempre qualcuno che non mi ama o non mi ammira. Io non gioco a calcio per piacere a tutti. Se sono felici insultandomi, va tutto bene. Sono stato molto male, ma guardo avanti, ho ancora una lunga carriera. Sento ancora un profondo amore per il calcio e il giorno che non lo sentirò più smetterò di giocare ". Gli errori, le critiche subite sono ferite, forse, ancora aperte: "In sette partite valutano se sei o non sei un buon giocatore. Quando segni sei il migliore e se sbagli sei il peggiore. Coloro che dubitavano di me continueranno a farlo. La gente mi critica perchè sbaglio un uno contro uno, pero questo mai mi farà venire dubbi su quello che sono. Do valore e ammiro solo le persone che danno il 100% per una persona e non quelle che ci sono solo da due anni" ha detto il giocatore della Juventus e ha sottolineato che in ogni momento" ho ricevuto sostegno dai ragazzi e staff tecnico. È per questo che sono qui. Non ho mai pensato di lasciare la squadra. " "Vedere mia mamma stare male mi uccide. - conclude il Pipita - Voi direte 'Perché?'. Non se lo merita per tutto quello che ha fatto e combattuto per me. A volte dico, 'Mamma non voglio che tu soffra più'. Ma è così. Ciò che rimane è quello di continuare, combattere e possiamo trasformare quello che siamo. Questo è il motivo per cui siamo qui".Data: 05/10/2016 -