Una finale di Champions League persa lo scorso anno, un'altra a disposizione per riscattarsi 12 mesi più tardi. Un gruppo di uomini e giocatori strepitosi, capaci di ribaltare la semifinale contro il Barcellona e di sognarsi ad occhi aperti mentre alzano la Coppa al Wanda Metropolitano di Madrid. Il Liverpool di Jurgen Klopp è nuovamente in finale di Champions, forte di uno stile di gioco strepitoso e di una forza mentale tale da andare oltre ogni genere di ostacolo.
"E pensare che, a inizio stagione, mi chiesero se il Liverpool avesse un conto in sospeso con la Champions League, dopo la finale persa contro il Real. Io non avrei mai pensato, lo scorso settembe, ad una cosa del genere. Non sarei mai andato, di per me, tanto in là con il pensiero. L'unica cosa che in quel momento mi passava per la testa era che avremmo dovuto lottare con tutte le nostre forze per qualificarci agli ottavi di finale: passare i gironi era il nostro obiettivo principale", ha spiegato capitan Henderson ai microfoni del Daily Mail.
Ottenere la qualificazione alla fase ad eliminazione diretta, per Salah e compagni, non è stato certamente una passeggiata. Le sconfitte esterne, prima in casa del Napoli per 1-0, poi con lo Stella Rossa per 2-0, parevano aver posto precocemente fine al ciclo dei Reds sotto la guida di Klopp. E invece... "E invece è arrivata la svolta - ha spiegato Henderson -. Già il 3-2 interno contro il PSG ci aveva dato una grande forza per cercare di rialzarci, ma è quando abbiamo vinto 1-0 ad Anfield contro il Napoli che ci siamo resi conti che la magia non era ancora svanita".
"Se chiudo gli occhi, ancora rivedo la parata di Alisson su Milik: non mi riesco a spiegare come ci sia riuscito, credo che quell'immagine spieghi per quale motivo la società ha voluto a tutti i costi prendere un portiere come lui. Non trovo parole adatte a descrivere le sue qualità, né per spiegare quanto quella parata sia significata per noi", ha spiegato il capitano dei Reds.