Compagni tanto tempo fa, avversari oggi che le loro strade si sono separate. Ispirati da un tweet di Bleacher Report Football, abbiamo indagato sulle coppie di compagni più difficili da ricordare, in un viaggio nel tempo e nei vari campionati europei e non soltanto.
Eden Hazard e Pierre-Emerick Aubameyang. Ora antagonisti in Premier, l'uno simbolo del Chelsea e l'altro bomber nascente dell'Arsenal. Nel 2010-2011 però eccoli insieme nel Lille. E non erano neppure le stelle della squadra, che arrivò quarta in Ligue 1. Frau, Gervinho e Cabaye chiusero con 13 gol: otto più del belga e ben undici più del gabonese.
Cristiano Ronaldo e Cesar Prates. Ebbene sì. Quando CR7 debuttava tra i professionisti nel 2002, c'era anche il centrocampista brasiliano nella rosa dello Sporting Lisbona. Più che per i meriti sportivi, Prates è noto nel web per un video della Gialappa's che riprende un suo tiro finito alle stelle quando vestiva la maglia del Livorno. "Ho mostrato io a CR7 come tiravo le punizioni", ha rivelato in una recente intervista. Il maestro che non ti aspetti.
Gonzalo Higuain e Radamel Falcao. Aveva una coppia d'attacco niente male, il River Plate nel 2005. O meglio, l'avrebbe avuta. 17 anni il Pipita, 19 il colombiano: i titolari erano Luciano Figueroa e Gallardo, eppure i due futuri campioni riescono comunque a segnare 12 gol in due da subentranti. Ancora troppo presto per prendersi la scena, ma non per farsi notare. Soprattutto Higuain, che poco più di un anno dopo passerà al Real.
Luis Suarez e Edgar Davids. Tra gli incroci più incredibili c'è anche quello che mise il Pistolero a fianco di uno degli juventini più amati di sempre. La squadra era l'Ajax, nel 2007-2008: Davids disputa, nel club che l'ha lanciato, l'ultima annata ad alti livelli di una grandissima carriera. Un passaggio di testimone, perché per il goleador ora al Barça (19 gol alla fine di quella stagione) quello è solo l'inizio.
Sergio Ramos e Dani Alves. Già negli anni precedenti al primo trionfo in Coppa UEFA, il Siviglia poteva contare su fior di talenti. Due in particolare si sarebbero consacrati tra i migliori al mondo nel loro ruolo. E come acerrimi rivali nel Clasico più ricco di sempre. Chissà se l'avrebbero mai detto, il capitano del Real e l'ex terzino del Barça, quando si facevano le ossa insieme in Andalusia tra 2002 e 2005.
Diego Milito e Domenico Criscito. Oggi crossa in mezzo per Piatek, quattordici anni fa, almeno in allenamento, lo faceva per il Principe Milito. Perché nel 2004-2005 Mimmo Criscito era agli inizi della sua carriera al Genoa (una sola presenza in Serie B), dov'è finalmente tornato dopo gli anni in Russia. Ma quasi lo stesso si può dire per l'eroe del Triplete nerazzurro: cosa diavolo ci faceva nelle serie minori?
Mirko Vucinic e Graziano Pellè. L'annata resta quella, ma facciamo un salto in Serie A, dall'altro lato della penisola. È il fantastico Lecce di Zeman: quello di Vucinic e di Bojinov. In rosa c'era anche il futuro attaccante della Nazionale, tuttavia mai sceso in campo durante quella stagione. E l'anno prima, chiuso da Chevanton, nemmeno il montenegrino vide molto il terreno di gioco...
Goran Pandev e Mario Jardel. L'Ancona 2003-2004 è ad oggi una delle formazioni che peggio figurò nel nostro massimo campionato. Eppure il talento non mancava, erano i tempi ad essere sbagliati. Maurizio Ganz era a fine carriera, il macedone ventunenne fu tra le poche note liete della stagione (in estate lo comprò la Lazio) ma comunque segnò un solo gol. Jardel, una valanga di reti alle spalle tra Portogallo e Turchia, doveva essere l'usato sicuro per risollevare la squadra. Arrivò a gennaio, completamente fuori forma: solo tre presenze e Ancona in B da ultimissima.
Robert Lewandowski e Bartosz Bereszynski. La Polonia in comune, e non solo in Nazionale. Perché nel 2009-2010, quando il terzino della Samp aveva appena diciotto anni, fu compagno di squadra della stella del Bayern al Lech Poznan. Per Bereszynski solo due presenze, mentre i gol di Robert trascinarono il Lech al trionfo in campionato.
Ronaldinho e Lorik Cana. Eh già. Chiudiamo questa carrellata con un'altra sorpresa non da poco. Mentre il Gaucho illuminava il PSG nel 2002-2003, pronto a sbarcare al Barça, c'era anche il roccioso centrocampista con un futuro nella Lazio e da capitano dell'Albania. Quell'anno, al primo di tre con i parigini, Cana collezionò solo tre presenze: sicuramente lui si ricorda ancora di Ronaldinho, ma sarà vero anche il contrario?