Caro amico ti sfido. Koeman contro Guardiola. Un’amicizia forte, un’empatia nata sul campo e diventata grande fuori. Viscerale. Questione di sintonia, di feeling. Ieri compagni al Barcellona; oggi o meglio, sabato, amici e avversari in Manchester City-Everton.
Nel segno di Johan Cruyff. Fu proprio il Profeta del gol a far sì che le loro strade si incrociassero nel lontano 1991, quando sedendo sulla panchina del Barça notò nella Cantera blaugrana un giovane promettente conosciuto come ‘Pep’; mentre Koeman leader lo era già da tempo. “Ronald c’è un ragazzino brillante e rapido di mente, ha potenzialità ma è acerbo, che ne dici di fargli da tutor? Vorrei che diventasse il tuo nuovo compagno di stanza nei ritiri e nelle trasferte”.
Retorica: credete davvero che alle richieste di Cruyff si potesse rispondere negativamente? “Perché no. A patto però che sia un bravo ragazzo”. Da qui ebbe inizio della storia: da un lato quel Koeman amato e detestato, tecnico e potente, ‘Rambo’ da 207 gol in carriera (e non era un attaccante), chioccia e fratello mancato di quell’altro, Pep, più riflessivo e compassato ma dal carisma contagioso. “Capii subito che era un tipo a posto, insaziabile dal lato dell’apprendimento. Si rivelò davvero fantastico”. Parola di chioccia.
“Pep era un ragazzo coi piedi per terra, tutt’altro che arrogante. Per intenderci, guidava una Golf di seconda mano quando fu promosso in prima squadra e dopo 3 anni con noi utilizzava ancora la stessa macchina”. Stile Barça, così dicono. Due menti calcistiche illuminate venute a confronto. “Passavamo ore e ore a parlare di calcio. Ho passato più tempo con lui che con mia moglie!”. Argomento del giorno: possesso palla, schemi e tiki taka. Devoti. Idealisti. Maniacali.
Stima reciproca vera e non di facciata, la loro. Avversari per 90 minuti, ma nemici mai nella vita. Abbracci solamente rimandati a fine partita. Lontano da occhi indiscreti e davanti ad una pinta di birra in stile inglese. Magari per tornare a parlare per ore ed ore come ai vecchi tempi, indisturbati. Con un pensiero all'ispiratore dei due grandi allenatori. Con un pensiero, a Johan Cruyff.
Alberto Trovamala