Nient'altro, se non un senso di profonda gratitudine. Ma Napoli adesso ha bisogno di qualche giorno per metabolizzare una sconfitta brusca e gelida. Quell'entusiasmo raccolto dal giorno del sorteggio e accumulatosi nel tempo, è stato annullato in pochi minuti. Una partita che ha visto il Napoli vestirsi da eroe per una frazione di gioco, e cominciare a mettere sotto i campioni d'Europa, si è conclusa in totale disfatta. Cinquantasette mila cuori, a una sola voce hanno sospinto gli azzurri verso il sogno qualificazione, ma non è bastato.
Lo spettacolo offerto dal San Paolo è stato irripetibile: nelle coreografie, i richiami alla città e alla passione dei napoletani hanno l'effetto sperato sui calciatori, almeno nella prima parte della gara. La carica trasmessa è impressionante, elettrica come non mai. Ma come trent'anni fa, le speranze fanno posto allo sconforto, nella fase centrale della partita. Il San Paolo si ammutolisce, i 1500 tifosi ospiti prendono coraggio. Dalla curva B, arriva un messaggio di contestazione: "Ferlaino torna", scrivono i sostenitori azzurri, troppo delusi dopo essere stati improvvisamente schiacciati dall'onda d'urto spagnola.
Una sfida intrisa anche di calciomercato. Il rifiuto di Morata ad un eventuale trasferimento a Napoli, i tifosi lo ricordano bene e quando l'ex juventino entra in campo viene sommerso di fischi. Gli stessi che gli vengono riproposti dopo che lo spagnolo segna e zittisce la curva. Ciò che si avvicina al lieto fine, per quel che vale, sono gli applausi e la sciarpata di tutto lo stadio, al termine della partita. I napoletani hanno apprezzato un primo tempo da sogno, un atteggiamento tutt'altro che remissivo contro il collettivo più forte del continente. Restano tutti, fino al fischio finale, per tributare un omaggio dovuto alla squadra. Ma quando i giocatori abbandonano il terreno di gioco, resta lo sconforto. Prima di lasciare il San Paolo, qualcuno si ferma a contemplare, quasi affacciato, l'impianto che piano piano si svuota.
Il ritorno alla quotidianità sarà brusco, ma inevitabile, per non perdere di vista il resto di una stagione che fra campionato e Coppa Italia, può vedere ancora protagonista la squadra di Sarri. Granelli di una clessidra che, però, tutta Napoli non vede l'ora di capovolgere ancora. Per vivere di nuovo, in un futuro non troppo lontano, una notte Real. Un giorno, all'improvviso, per sognare un'altra volta di poter diventare così grande.