Nel Settecento, gli Stati Generali erano una grande assemblea in cui le tre "anime" delle istituzioni e della società francese - clero, nobiltà, terzo stato - si riunivano per l'amministrazione delle questioni correnti.
A Trento, nell'ambito del Festival dello Sport della Gazzetta, si sono tenuti gli "Stati Generali" del calcio italiano. Presenti i rappresentanti dei maggiori "stakeholder" del nostro panorama: Urbano Cairo, presidente del Torino, per i club, Gabriele Gravina per la FIGC, Lorenzo Casini per la Lega Serie A. Ma anche gli esponenti di Dazn e Sky Sport, broadcaster del massimo campionato italiano.
Gli Stati Generali francesi smisero la propria funzione dopo la Rivoluzione francese, nel 1789. È una rivoluzione anche quella che auspicano i protagonisti del dibattito. La loro riflessione è fondata su alcuni dati.
Negli ultimi dieci anni, i ricavi totali delle squadre italiane (escluse le plusvalenze) ammontano a 2,3 miliardi di euro; la Premier League invece ha prodotto quasi il triplo, vale a dire 6,5 miliardi di euro. Sia la Liga che la Bundesliga, inoltre, hanno sopravanzato la Serie A. Anche nella ultima stagione, la Serie A è il campionato che è cresciuto di meno. La sostenibilità economica (o redditività operativa) è un dato che rivela una realtà non dissimile: la Serie A è l'unico campionato insieme alla Ligue 1 a essere in negativo. Per quel che riguarda gli stadi proprietà: ce ne sono solo 4 su 20 in Serie A, mentre sono 14 su 20 in Premier League.
Cairo: "Oggi nel calcio italiano si perdono soldi, bisogna cambiare registro"
A cominciare è il presidente Cairo: "Anche noi come Torino abbiamo avuto problemi economici: prima della pandemia avremmo voluto fare passi avanti importanti, e abbiamo fatto scelte che hanno pagato solo in alcuni casi. Poi la pandemia ha peggiorato tutto. Il calcio italiano fino a 10 anni fa era davanti per ricavi televisivi era davanti alla Liga e alla Bundes, e non era così lontana dalla Premier. Poi i ricavi sono cresciuti molto lentamente rispetto a quelli altrui, e abbiamo fatto dei passi indietro importanti. Oggi siamo in un momento in cui si perdono soldi, l'indebitamento è preoccupante; serve capire come risanare un'azienda, un sistema, come può accadere, visto che non c'è niente di irreparabile".
Il presidente del Torino ha poi aggiunto: "Rispetto a quello che si è fatto finora serve cambiare registro: aumentare i ricavi è un obiettivo che abbiamo, ma non così facile da raggiungere. I contratti televisivi di Premier e Bundes sono triennali, e questi campionati difendono la loro fetta di mercato: se non si può arrivare a un certo livello coi ricavi, serve intervenire sui costi. Qui la voce più importante è quella degli stipendi, che incidono per percentuali altissime. Da noi gli stipendi sono aumentati molto più velocemente dei ricavi: serve mettere sotto controllo questa voce". La soluzione? "I vivai, i giovani, gli investimenti in questo campo. Da parte della Lega poi servirebbe un tetto agli ingaggi che dipenda dalla situazione economica di ogni club".
Gravina: "Il calcio non può rimanere immobile"
Gravina, presidente FIGC, fa un passo ulteriore, partendo da una metafora: "Il cambiamento è un'esigenza oggettiva. I numeri fanno riferimento agli ultimi 12 anni, quelli più risalenti sarebbero ancora più crudeli nei nostri confronti. L'indebitamento ci preoccupa, ma anche il fatto che il cambiamento sia percepito come minaccia e non come opportunità. Il nostro calcio perde appeal continuamente, i dirigenti cercano di mettere in campo progettualità che puntualmente si scontrano con risultati negativi. Ci sono dei principi inderogabili: decisione e responsabilità su tutti. Il corpo umano per sopravvivere deve cambiare, idem il calcio, che ogni 15 anni si evolve. Il calcio non può rimanere immobile: dobbiamo importare il processo naturale di cambiamento va imitato e importato nel mondo del calcio".
Poi Gravina si è concentrato sulle possibili soluzioni: "Ci sono due asset fondamentali. Il primo sono i vivai, il secondo le infrastrutture. Per il primo punto, avremo un dipartimento tecnico del settore giovanile scolastico, che sarà guidato da due tecnici federali espertissimi che ci consentiranno di organizzare i cinquanta centri federali che per ora lavorano solo due ore al lunedì ma diventeranno di fatto un'unica accademia". Ancora: "Vorremmo aumentare il numero minimo di italiani per ogni rosa. Per il miglioramento delle infrastrutture servono i grandi eventi: siamo candidati a Euro 2032, la caduta del governo Draghi ha rallentato il processo di candidatura ma siamo ottimisti". Sui costi: "Trasleremo il rapporto ricavi-costo del lavoro introdotto dall'Uefa, con percentuali differenti. Saremo più severi nel controllare la solvibilità, la sostenibilità, che non è un elemento di progettualità ma si sopravvivenza, e va declinato correttamente. La nostra sostenibilità è quella sociale". Ma soprattutto: "Ora si ha un atteggiamento molecolare, ognuno guarda al suo orticello. Cercheremo di abolire al riguardo il diritto di veto".
Casini: "La situazione è meno drammatica di quanto si creda, ma servono soluzioni significative"
Casini si concentra sul tema dei ricavi e della governance: "I dati presentati si sviluppano già negli anni Novanta, il declino delle vittorie europee è qualcosa di graduale. La crisi affonda le sue radici molto più in fondo. La situazione è meno drammatica di quanto si creda, ma servono soluzioni significative. La governance? Noi siamo un'associazione, e trovarsi assieme a prendere decisioni non è semplici. Si va dalla gestione commerciale alle questioni sulla gestione del campionato. La Serie A ha presentato una soluzione, la riorganizzazione per creare una Media Company cui affidare i compiti di commercializzazione, tenendo nella parte associativa solo le questioni di governance sportiva, alleggerendo l'assemblea con un veicolo più snello". Quindi "la direzione è intrapresa. Ma i ricavi possono arrivare da dentro o da fuori rispetto al sistema: un tema è quello del betting, che in Francia ha una gestione diversa. Da noi addirittura è stata vietata la pubblicità indiretta, che ha fatto diminuire notevolmente i ricavi. Inoltre, sui diritti esteri posso rassicurare sul fatto che la modifica legislativa apportata mesi fa ha liberalizzato le procedure di assegnazione, sono caduti dei paletti che rendevano difficile la vendita all'estero del prodotto. Questo non garantirà automaticamente un miglioramento, ma la speranza è quella La composizione dei bilanci? Bisogna lavorare sul merchandising, sulla commercializzazione. La pandemia ha inciso moltissimo: si pensi solo che l'effetto Ronaldo sugli stadi è stato limitato moltissimo".
Insomma, la consapevolezza sull'esigenza del cambiamento, la necessità di innovare, le proposte per migliorare il prodotto: gli Stati Generali del calcio come tappa di riflessione e confronto, prima che sia troppo tardi.
Gravina: "Vivai, settori giovanili e infrastrutture sono gli asset su cui bisogna lavorare"
Al termine dell'evento il presidente Gravina ha parlato ai microfoni di Sky Sport: "È stata una giornata molto interessante, che ci ha permesso di mettere insieme tante idee. Poi spetterà a noi realizzare i cambiamenti. I vivai, i settori giovanili e le infrastrutture sono gli asset principali, su questi dobbiamo lavorare e lo stiamo già facendo".
Poi, Gravina ha commentato la mancanza di arbitri in Italia e in Europa: "Mancano circa settantamila arbitri a livello europeo. In Italia stiamo soffrendo la mancanza di arbitri. Per fortuna con l'AIA abbiamo avviato il progetto del doppio tesseramento giocatori-arbitri. Ci stiamo organizzando per sopperire la mancanza di arbitri. È sicuramente un problema, soprattutto nel calcio giovanile".
Infine, il presidente della Figc ha parlato della Nazionale: "Abbiamo iniziato un progetto quattro anni fa. Ieri con una vittoria abbiamo evitato di retrocedere nella Serie B e ora possiamo vincere il girone. È stata una vittoria importante anche per il ranking. Noi continuiamo nel nostro progetto, voglio ringraziare ancora tutte le società, i giovani calciatori e Mancini, che dimostra sempre coraggio nel lanciare i giovani".