"Aver giocato queste partite è stato terribile". Non usa giri di parole il Papu Gomez che è tornato a parlare del doppio impegno in Champions League contro il Valencia. Secondo il fantasista dell'Atalanta, quelle due partite da sogno si sono trasformate nell'incubo coronavirus.
"A quel tempo non c'erano ancora molti casi e nessuno aveva idea di cosa stesse facendo questo virus, non sapevamo bene della gravità e del contagio - spiega Gomez al quotidiano argentino Olè - La situazione di Bergamo penso sia dovuta anche alla partita d'andata con il Valencia, a San Siro c'erano 45 mila bergamaschi su 120 mila abitanti. Mia moglie ha impiegato tre ore per raggiungere Milano quando di solito servono 40 minuti. Quando siamo andati a Valencia erano tutti rilassati, non c'erano controlli. Adesso è il secondo paese in Europa con il maggior numero di infezioni".
"Uno dei contagiati ha giocato contro di noi"
Proprio dal rientro dalla Spagna il Papu non è più uscito di casa, ma la paura è ancora tanta per un possibile contagio: "Uno dei contagiati nel Valencia ha giocato titolare contro di noi. Stiamo aspettando per vedere se qualcuno di noi mostra sintomi. Fortunatamente per ora nessuno, ma aver giocato queste partite è stato terribile".
La situazione a Bergamo
Terribile, come la situazione che sta vivendo Bergamo e che l'argentino sta vivendo in prima persona: "È una situazione drammatica, ci sono molte infezioni al giorno - aggiunge - La quarantena è molto rispettata. Quello che mi colpisce è che nonostante non ci siano quasi persone per strada, ci sono ancora molti casi al giorno in tutta Italia. Gli ospedali sono pieni e non c'è più spazio per i malati. Ogni mattina mi alzo per guardare le notizie e sono sempre cattive".
Tra i tanti contagiati anche due connazionali, Dybala e Pezzella, che Gomez ha sentito nelle ultime settimane: "Ho parlato con Dybala quando è uscito fuori il caso di Rugani. Ora non vorrei disturbarlo, ma in questi giorni gli scriverò di nuovo. Ho parlato anche con Pezzella quando è arrivata la notizia del suo caso. Mi disse che stava bene, che aveva avuto la febbre per uno o due giorni e che ora doveva rispettare la quarantena, ma non aveva più alcun sintomo".