Petagna, rivincita e dedica al nonno: notte da big per la Spal
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Data: 18/09/2018 -

Petagna, rivincita e dedica al nonno: notte da big per la Spal

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Oltre 40 anni fa suo nonno Francesco allenava la Spal, scoprendo Reja e Capello. Oggi la prima doppietta in A contro i suoi ex compagni, che fa volare i ragazzi di Semplici al secondo posto dietro la Juventus. Dalla tentazione di smettere a "bomber": Petagna, che notte nel nuovo Paolo Mazza
Oltre 40 anni fa suo nonno Francesco allenava la Spal, scoprendo Reja e Capello. Oggi la prima doppietta in A contro i suoi ex compagni, che fa volare i ragazzi di Semplici al secondo posto dietro la Juventus. Dalla tentazione di smettere a "bomber": Petagna, che notte nel nuovo Paolo Mazza

"Nonno, mi racconti una storia?". Avrebbe voluto ripeterla più volte questa frase il piccolo Andrea. Nonno Francesco lo ha perso a soli 5 anni, ma ama rivedere le sue fotografie. Lo ha fatto anche in estate, prima di accettare l'offerta della Spal. Non ci ha pensato un attimo Petagna, per quanto lasciare l'Atalanta sia stato doloroso. Quando ha salutato Percassi, è scoppiato a piangere. Quando ha messo piede a Ferrara, ha chiuso gli occhi per ricordare.

Nonno Francesco da quelle parti ci è passato oltre 40 anni fa. Ha allenato la Spal dal 1964 al 1969, poi ancora nel 1975. Ha scoperto Reja e Capello, oltre a stabilire quello che, fino a poco fa, era il record di punti della squadra. Bene, questo è stato frantumato proprio dalla Spal di Semplici. Quella della doppia promozione prima e della salvezza poi. Quella che oggi andrà a letto seconda in classifica, a soli tre punti dalla Juventus dei marziani.

Nove punti nelle prime quattro giornate. Tre vittorie, una sola sconfitta. Porta inviolata in tre gare su quattro, meglio di tutti nei top cinque campionati europei. L'anno scorso la Spal dovette aspettare la dodicesima giornata per arrivare allo stesso numero di punti. Lo fece con un 1-1 proprio contro l'Atalanta. Stasera è andata decisamente meglio. E nonno Francesco sarebbe stato orgoglioso. Lo sarebbe della società, capace di rendere il Paolo Mazza un gioiellino inimmaginabile per chi, a suo tempo, dovette comprare anche i palloni.

Lo sarebbe, però, soprattutto del suo nipotino. Che oggi ne ha fatti due, proprio ai suoi ex compagni. Il primo in mischia, il secondo con la fortunosa deviazione di Masiello, fatale per Gollini. E' la prima doppietta in A della sua lunga carriera. Sì, perché Andrea è solo del 95', ma quante ne ha passate da quando il nonno lo teneva sulle ginocchia. I viaggi solitari in treno verso Udine a 9 anni, l'arrivo al Milan a 14. L'esordio in Champions a 17 con un Allegri che lo prendeva in giro: "Corri, sennò domani vai a scuola e non ti alleni con noi!" Gli diceva. Gli Scudetti nelle giovanili rossonere, gli allenamenti con i campioni. Poi le parentesi negative con Samp, Latina e Vicenza. La forte tentazione di dire basta ad angosciarne i pensieri.

Non lo voleva più nessuno. L'ingaggio pesante, il Milan che non voleva cederlo se non in B a complicare il futuro. Poi il ripescaggio dell'Ascoli e i consigli di Roberto Civitarese, il suo mental coach. Adesso eccolo qui, ad esultare come un pazzo davanti ai suoi vecchi tifosi. A Bergamo è rinato, a Ferrara può e vuole reinventarsi. Anche perché per portarlo lì lo sforzo è stato grande, il più grosso nella storia della Spal da un punto di vista economico

Tre milioni di euro per il prestito, più 12 milioni per l'obbligo di riscatto in caso di salvezza per superare la concorrenza del Genoa: beh, se l'andazzo è questo è bene che la società inizi a mettere le mani al portafoglio. "Crediamo tantissimo in lui" Dirà il presidente Mattioli. "Se mi hanno preso è perché credono nei miei gol" Le parole, invece, di Petagna dopo l'esordio vincente a Bologna nella prima di campionato.


Bomber, forse, non lo è mai stato. 41 gol in 199 partite, fin qui. Cinque le reti su 34 gare nel primo anno con l'Atalanta, quattro su 29 nel secondo: "Se arrivo a 10? Sono tantissimi" Scherzava l'anno scorso. Ora è a quota 2 dopo 4 match, la proiezione parla da sola. Probabilmente non segnerà mai come Vieri, suo idolo di sempre da bambino e compagno di vacanza da adulto. Non lo farà nemmeno come Benzema, il modello a cui cerca di ispirarsi.

Lo farà semplicemente come Petagna, uno che in campo si sbatte e che esulta anche dopo un gol alla sua ex squadra. Si sa emozionare Andrea, lo ha sempre fatto. Anche quando nell'estate del 2013 Galliani comprò Matri nell'ultimo giorno di mercato. Lui aveva fatto un grande precampionato, segnando al City e nel Trofeo Tim. L'infortunio di Pazzini, poi, lo aveva di fatto nominato vice di Balotelli. Infine la triste sorpresa, che lo spinse a rinchiudersi nel bagno di un ristorante e a piangere come un bambino.

Lo ha fatto tante volte fra le braccia di nonno Francesco, che adesso lo guarda da lassù. Il nipotino è diventato grande, insieme alla sua amata Spal. Lui goleador per una notte, lei seconda in classifica. La favola più bella che potesse raccontare.





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