Soprannome: Cobra. “Mi chiamano così perché sono sempre nel posto giusto al momento giusto”. Segni particolari: gol. Tanti gol. “Ne ho fatti 116 tra i professionisti ma il mio sogno è arrivare a cifra tonda, chissà se ci riuscirò”. Carta d’identità già bella e fatta. Manca qualcosa? Ah vero, che sbadati. Ma col soprannome pensavamo già di aver detto tutto. Di chi parliamo? Di Claudio Coralli, professione attaccante con il vizietto del gol. Chiedetelo alla Casertana… Due guizzi, due morsi. Come solo i veri cobra sanno fare. “Cominciava a pesarmi il fatto di non segnare con continuità - commenta Coralli ai microfoni di Gianlucadimarzio.com - sono contento di essermi finalmente sbloccato”.
Prima Agrigento poi Caserta, manca solo la gioia al Granillo: “Quello è il mio prossimo obiettivo, finora ho fatto gol solo in trasferta, non vedo l’ora di esultare davanti ai nostri tifosi”. Un avvio di stagione sorprendente, undici punti e nono posto in classifica e pensare che fino a pochi mesi fa la Reggina era ancora un cantiere aperto: “Il merito è soprattutto di mister Zeman. Mi ha davvero impressionato, non pensavo di correre così tanto quando sono arrivato. E’ un uomo aperto al dialogo, con me soprattutto che sono il più anziano del gruppo. Ci confrontiamo molto e, ascoltandolo, mi son convinto che farà strada. Problemi in difesa? Direi di no, da quel punto di vista non ne prende dal padre…”.
Toscano di nascita ma reggino d’adozione, al punto che, proprio nel derby con il Messina, Coralli si è messo al braccio la fascia di capitano: “Indossarla è un’emozione e un onore, in una città così fa solo piacere. Spero di onorarla al massimo. Prima di me l’hanno indossata grandi campioni come Cozza e non posso che essere entusiasta del fatto che adesso questo onore tocchi a me”. Lega Pro, Serie B ma… anche la serie A, assaporata ormai quasi dieci anni fa con l’Empoli: “Ricordo che esordì contro il Siena. Ero convinto che sarei partito titolare per via di tante assenze, ma Gigi Cagni decise di buttarmi dentro nell’ultimo quarto d’ora. Volete sapere poi chi affrontai? Proprio la Reggina, contro cui giocai gli ultimi dieci minuti. La Serie A è stato il mio sogno fin da bambino e sono felice di averlo realizzato”. La Reggina nel destino, l’amaranto addosso e la fascia al braccio: questa adesso è la vita di Claudio Coralli. Una carriera di morsi, una carriera di gol, una carriera da… Cobra!