Essere pronti al momento giusto: il lavoro delle giovanili del Valencia è tutto qui. Preparare i ragazzi al salto in prima squadra è la prima regola dei Murcielagos. Che sia per necessità o meno, da quelle parti poco importa: quando c’è da pescare nell’academy lo si fa senza paura. E i risultati parlano chiaro.
Alla scoperta delle giovanili del Valencia
Ventinove canterani nei top cinque campionati europei, quarantatre in giro per il mondo. Tutti numeri che portano il Valencia ad avere il quarto miglior settore giovanile d’Europa, come riportato dal CIES nella classifica pubblicata a ottobre. “È un criterio oggettivo. Abbiamo un obiettivo chiaro: formare dei calciatori professionisti. Il miglior modo per valutarci è sapere quanti ragazzi giocano nei top cinque campionati europei, per questo il ranking CIES è un'ottima valutazione per noi. Siamo orgogliosi ma ciò ci mette anche pressione per continuare così”. A parlare ai microfoni di gianlucadimarzio.com è Luis Martínez, direttore dell’academy dal 2019.
Ogni settore giovanile ha il proprio metodo di lavoro. Il Valencia, in questo, sa come differenziarsi e brillare: “Lavoriamo in base a un curriculum formativo: abbiamo un elenco di tutti gli aspetti fisici, tecnici, tattici su cui concentrarci. Tra ogni fascia d’età c’è un checkpoint che ci permette di valutare i ragazzi”.
“Tra i 14 e i 17 anni ci concentriamo molto sullo sviluppo individuale del calciatore: lo analizziamo, valutiamo e poi fissiamo degli obiettivi su cosa deve migliorare”. La valutazione del ragazzo è al centro di tutto il processo. Per crescere bisogna conoscere i propri punti deboli e lavorarci su.
Metodi di lavoro, schede di valutazione e principi fissati. Un’identità comune di gioco, a prescindere dalla fascia d’età: “Le nostre squadre devono essere molto verticali, devono creare occasioni da gol, devono avere un ritmo alto. Tutto ciò si deve vedere in tutte le categorie”. Solo così il ragazzo può essere pronto quando (e se) arriverà il treno che porta in prima squadra.
“La nostra missione è preparare i ragazzi a performare ad alto livello al momento giusto. Per me non è importante il perché, ma che quando arrivi l’opportunità, il ragazzo sia pronto. La scorsa stagione c’era la necessità di portare in prima squadra alcuni giovani dell’academy e così è stata data la chance a Javi Guerra, Diego López, Fran Pérez e tanti altri”. Luis fa l’esempio dell’annata passata, quando il Valencia è stato a un passo dalla retrocessione. Nel momento di maggiore difficoltà, il club ha cominciato a promuovere in prima squadra i migliori talenti delle giovanili. Così è arrivata la salvezza e i Murcielagos sono rinati.
Luis ha visto tanti talenti passare dalle parti del Mestalla: da Isco a Ferrán Torres, fino a Soler e Kang-in Lee. Ma Martínez ha il cuore nel presente: “Gli ultimi ragazzi venuti fuori dalle giovanili sono davvero forti: Javi Guerra sta avendo un rendimento eccezionale, c’è anche Cristhian Mosquera che è un giocatore diverso dagli altri”.
Tra i giocatori nominati spicca Javi Guerra, centrocampista classe 2003 che si è preso il centrocampo della squadra di Baraja: “E’ un calciatore speciale, da proteggere. Ha sempre il sangue freddo, non soffre la pressione. Una personalità così forte affiancata alla sua qualità ti porta a parlare di un talento fenomenale”.
Se si parla di talento è impossibile non menzionare Ferrán Torres e Kang-in Lee: “Ferrán è un ragazzo di un paesino locale. È uno di noi. Ha sempre giocato sotto età, ha un’ambizione enorme, voglia di lavorare e voglia crescere. Kang-in è arrivato qui da piccolo: è cresciuto nel Valencia. È estroverso, ama molto scherzare. Ha qualità, grande tecnica e poi sa segnare anche gol: sta facendo passi da gigante”. Ma uno dei migliori prodotti della cantera valenciana è Isco: “Ho vissuto poco la sua ‘epoca’ nel club. So che è stato scoperto in un campetto locale: era gracile ma col pallone tra i piedi era magico”.
Il Valencia si è accorta da tempo che senza i propri giovani non si va da nessuna parte. Ma poi serve coraggio, intuito e fiducia per lanciarli tra i grandi. Il Mestalla ha visto tanti talenti e la sensazione è che ne vedrà ancora molti…