Gianni Minà è stato una colonna del giornalismo in Italia. Scrittore, critico, autore, ha cambiato per sempre il racconto dello sport sui media e specialmente in tv. Un uomo capace di scavare un solco e di inventare un nuovo modo di essere giornalista, stile di vita ancor prima che mestiere.
Dopo gli inizi a Tuttosport, si era affermato infatti alla RAI, per cui aveva condotto programmi di grande successo e fama, su tutti La Domenica Sportiva. Ciò che lo ha reso celebre sono però soprattutto le inimitabili interviste (spesso declinate successivamente in documentari) ai grandi dello sport, con cui sapeva creare un rapporto privilegiato, valorizzando l'uomo oltre al campione. Diego Armando Maradona, Muhammad Ali, Enzo Ferrari: sono solo alcuni dei nomi che di fianco a Minà, parlando con lui come a un amico intimo, con semplicità e sincerità, sono entrati nelle case degli italiani mostrando il loro volto più autentico.
Addio a Gianni Minà, gigante del giornalismo: aveva 84 anni
"Il giornalista non deve commentare gli eventi, deve raccontarli", dichiarava Minà in una delle sue ultime interviste. Provò a farlo nell'Argentina del 1978, l'anno dei Mondiali, quando in gioco c'era ben più dello sport. I desaparecidos, il regime sanguinario di Videla: Minà fu punito e allontanato per aver rivolto una semplice domanda, durante una conferenza stampa, e per aver cercato informazioni su quanto stesse succedendo davvero, al di là del muro della propaganda politica. Andare oltre, cercare la forma e la veste migliore attraverso le quali raccontare e testimoniare la realtà: un obiettivo perseguito con trasmissioni come Blitz o Alta classe. La cultura pop, rappresentata da quei Beatles che fece conoscere come nessuno prima al pubblico italiano, impreziosita da uno stile unico e riconoscibile, da un modo di fare senza eguali.
Minà fu un precursore: a lui si deve fra le altre cose l'introduzione della figura del commentatore tecnico per le partite di calcio. Divenne amico di Diego Armando Maradona: seppe "coccolarlo", ma anche stimolarne il lato più autentico e far emergere ogni tratto dell'uomo e del calciatore. Raccontò Napoli come pochi altri intervistando Massimo Troisi e Pino Daniele, insieme. El Diez come Fidel Castro, Nereo Rocco come Gabriel Garcia Marquez, Platini come De Niro. Minà è stato più di un semplice giornalista, è stato il creatore di nuovi orizzonti comunicativi, e soprattutto un testimone della Storia.