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Data: 15/12/2018 -

Preziosi: "Sbagliato richiamare Juric, Prandelli ha voglia di dimostrare"

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Il Genoa è ripartito da Cesare Prandelli, terzo allenatore di quest'inizio di stagione dopo Ballardini e Juric. I rossoblù sono ora al 14° posto con 16 punti e sperano di risalire con l'ex Ct della Nazionale. In una lunga intervista rilasciata al Corriere dello Sporti, Enrico Preziosi ha parlato della sua avventura Genoa partendo dal rapporto non proprio ottimale che al momento ha con i tifosi:

“Quest'anno avevo ricominciato ad andare allo stadio, anche considerando l'ottimo rapporto che Ballardini aveva con la gradinata nord. Amore che avrei infranto io andando allo stadio. Ma non mi ha mai convinto, è un allenatore basico che sa gestire situazioni complicate. Se deve fare gioco dal nulla fa fatica, è stato esonerato tante volte, ci sarà un motivo. Per far piacere ai tifosi è rimasto in piedi nel derby per non sedersi da ospite sulla panchina della Samp, poi ha mandato baci alla nord. Si è fatto stordire dall'entusiasmo dei tifosi, a volte anche io lo facevo, ma bisogna mantenere un rapporto defilato e rispettare i ruoli.

Ma il mio errore non è stato mandare via Ballardini, bensì richiamare Juric. Avevo incontrato anche Prandelli e Nicola, poi Iachini che per il suo passato alla Samp non poteva venire. Juric sembrava maturato e abbiamo deciso di dargli un'altra chance. La Coppa Italia è stata la goccia, dico sempre che ci vuole un generale fortunato più che bravo e Juric non è fortunato.

A Prandelli gli danno tutti del cotto, ma io ho visto una persona vogliosa di dimostrare e di entrare dentro a un progetto. Gli ho chiesto di calmare l'ambiente e di rimettere a posto la squadra, anche con un paio di innesti che farò a gennaio. Io mangia-allenatori? Dicono che sono un padre padrone, guardate l'Udinese che in tre anni ha cambiato otto allenatori”.

Poi ancora sulla sua gestione: “I beceri dicono che porto via soldi, ma non sanno che con il calcio ci ho perso 200 milioni. Da dodici anni siamo in Serie A, è la striscia più lunga della storia del Genoa. Il mio carattere da avventuriero m'impone di non mollare, ma più di questo non posso fare”.

L'intervista integrale sul Corriere dello Sport.



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