Cento partite sulla panchina dell'Atalanta, il sogno Champions League ad appena quattro punti di distanza. Una squadra rivoluzionata nelle ultime due stagioni, i risultati che dall'altra parte restano sempre gli stessi. A Bergamo, Gian Piero Gasperini ha costruito una creatura meravigliosa, che lotta per l'Europa giocandosela alla pari con le big del campionato.
Domani c'è Torino-Atalanta, una partita "importante ma non decisiva - spiega Gasp -. Cairo mi ha sempre dimostrato stima, sia prima che prendesse Ventura che un paio di anni fa.Filosofie opposte? No, tutti puntano a raggiungere un obiettivo, e ognuno prova a riuscirci con mezzi diversi". Intervistato da La Stampa, l'allenatore ha parlato della crescita della sua squadra:
"Dicono che i miei allenamenti sono strazianti? Io dico che in allenamento ci si diverte inseguendo una medaglia, che poi viene ritirata sul campo. A partita in corso possono esserci tante difficoltà, noi dobbiamo prepararci ad affrontarle tutte"
"Della mia prima Atalanta sono rimasti solo Gomez, Freuler, Berisha e Toloi? Meglio, significa che nonostante gli stravolgimenti della rosa e dei ruoli - guardate Gomez, prima attaccante ora trequartista - la fame di vincere è rimasta intatta. Peccato che ho un difetto: non sono bravo a farmi comprare i giocatori che voglio, e nemmeno a non far vendere quelli che già ho"
"Tra quarto posto e Coppa Italia, scelgo... entrambe, perché è bello giocare partite così. La vittoria più importante resta quella per 3-0 contro la Juve, perché se elimini i campioni allora puoi davvero sperare di arrivare in fondo. Certo, di questo passo e finché le milanesi non torneranno al top, il dominio bianconero durerà per anni..."
"Io in Nazionale? E' un sogno, ma per ora mi sta piacendo molto il lavoro di Mancini e spero che riesca a risollevare gli azzurri. Quanto alle big, mi basta la mia Atalanta: qui mi sento gratificato".