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Data: 04/02/2017 -

Gabbiadini is back, gol e sorriso all’esordio col Southampton: ma non basta

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Controllo, testa alta e botta di sinistro. ‘What a gol’, urlano i tifosi del Southampton. L’autore? Lui, Manolo Gabbiadini. Perché i grandi momenti derivano da grandi opportunità. Già, la Premier League. Una dimensione perfetta. Sana e ideale. Soprattutto per chi deve risorgere e dimostrare: all’Italia e a sé stesso. Questione di … valore. E volere. Sì, voglia: magari col sorriso. Un gesto sconosciuto nel volto dell’ultimo Manolo. “I’am very very happy”, ma ... un po' di allegria ne abbiamo? Parole pronunciate, durante la presentazione, con il suo solito linguaggio del corpo, un po’ assente. E allora via con le prese in giro sui social: ‘Faccia cupa. Musone. Sarà la solita storia anche lontano da Napoli’. E invece, tac: bomba mancina e palla in rete. Poi l’esultanza, una liberazione. E la statistica, perché il primo gol di Gabbiadini in Premier League è stato anche il 400° di un italiano nella competizione. Storico. Ma inutile, perché le reti di Carrol, dell'amico Obiang e di Noble faranno volare il West Ham. Ma rimane il gesto, il gol e la gioia. Oh yes, #Gabbiaisback.

Eccesso di tensione. Faccia lunga. Addirittura apatia, mormoravano alcuni. Sì, il bergamasco era così. Almeno nelle ultime uscite stagionali. E le occasioni ci sono state. Vedi la caduta di Milik, opportunità sprecata. Come lo sciocco rosso di Crotone, fino all’ultimo gol. Primo weekend del 2017, al San Paolo arriva la Sampdoria. Partita strana, il Napoli fatica: poi entra lui. Inserimento da rapace e pallone in sacco. Poi la cessione. “Perché dopo due anni è arrivato il momento di salutarsi”. Goodbye, Italy. Buongiorno England. “Grazie ai napoletani, Giuntoli, Bigon e Benitez: a tutti, insomma”. Poco importa se manca l'ultimo saluto, quello per Sarri. E “un pensiero finale anche per quelli che mi hanno sempre criticato, etichettandomi come un calciatore con poca personalità e carisma, incapace di reggere le pressioni della grande piazza.

Intanto l’esordio. Titolare. Puel lo butta in campo. Passano 13 minuti, sì: chiamala vendetta. Scorer. Ah, dai: allora la pressione la regge? Manolo sopporta anche il confronto fisico del football britannico, mettendoci poi la tecnica latina. E la passione, quella cosa da non dimenticare. Col pensiero un po’ verso l’Italia. E ad una Napoli che esulta comunque, perché più gol farà Gabbiadini e più soldi incasserà il club di De Laurentiis. Sì, “Ciao Napoli, è stato bello. Un abbraccio Manolo”. Perché da oggi sarà sempre più Southampotn. Con i gol e col sorriso.



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