Una promozione dalla Lega Pro alla Serie B, due promozioni in Serie A, una vittoria del campionato con gli Allievi Nazionali e due trofei alzati, sia campionato che Supercoppa, con la “Berretti”. Dopo 14 anni densi di emozioni e soddisfazioni, Ernesto Salvini lascia il Frosinone Calcio.
Una scelta ponderata, presa lo scorso agosto dopo la finale playoff con lo Spezia e di fatto confermata dall’arrivo in società di Guido Angelozzi, al quale è stato affidato l’incarico di gestire tutta l’attività sportiva.
La fine di un rapporto professionale iniziato nel 2007, quando arrivò a Frosinone con il compito di rifondare il settore giovanile. Dopo gli ottimi risultati ottenuti con i giovani, Salvini venne nominato da Stirpe Direttore generale, diventando il braccio destro della massima carica giallazzurra.
Da lì una crescita costante sia a livello personale che di società: il raggiungimento della Serie A per ben due volte, nel 2015 con Roberto Stellone in panchina, allenatore da lui voluto in prima squadra dopo gli ottimi risultati ottenuti nel settore giovanile, e nel 2018 con Moreno Longo.
Resta il rammarico per l’ultimo suggello mancato, la sconfitta nella finale playoff dello scorso campionato. Un risultato che probabilmente non avrebbe cambiato l’esito della sua decisione, ma che avrebbe inciso ancor di più il suo nome nella storia del club giallazzurro.
I termini dell'addio ancora non sono stati definiti e una decisione della società verrà ufficializzata più avanti, ma la gestione dell’area sportiva affidata ad Angelozzi presuppone un addio al dirigente di Anzio.
Non ci saranno porte sbattute, non ci saranno addii al veleno, ma di fatto dopo 14 anni a Frosinone finisce l’era Salvini, un dirigente tutto-fare che ha contribuito a portare in alto i colori giallazzurri.