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Data: 01/03/2019 -

Le verità di Coco: "Mai preso cocaina. Ancelotti mi rivoleva, Galliani no"

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Una carriera interrotta a trent'anni, una vita sempre sotto i riflettori. Fra voci, scandali e bugie. "Mai drogato. E un'operazione mi ha rovinato". Oggi Coco ha 42 anni e riparte da una scuola calcio a Napoli
Una carriera interrotta a trent'anni, una vita sempre sotto i riflettori. Fra voci, scandali e bugie. "Mai drogato. E un'operazione mi ha rovinato". Oggi Coco ha 42 anni e riparte da una scuola calcio a Napoli
Crescere per tornare bambini. Guardarsi indietro, fermarsi, ripensare a una vita messa nella centrifuga, tra flashback e scatti. Quelli sulla fascia sinistra e quelli dei fotografi. Calciatore, personaggio, divo, dimenticato. Prima idolo, poi reietto. Francesco Coco ha vissuto questa parabola sulla propria pelle. Ha vestito le maglie di Milan, Barcellona e Inter, giocato un mondiale, poi rischiato di non camminare più per un’operazione andata male.

Il calcio gli ha dato soldi, donne e popolarità. “Ma nessuno pensa ai sacrifici fatti per arrivare a certi livelli. Quanta fatica costa realizzare un sogno. Perché quello è stato il calcio per me, anche se poi è diventato un incubo”. L’uomo che parla oggi, in esclusiva su gianlucadimarzio.com, ha 42 anni, un’agenzia di comunicazione in Lombardia, una scuola calcio a Napoli e una montagna di sassolini da togliersi. “Rientro nel calcio, con un gruppo di amici, tra cui l’agente Fifa Fulvio Catellani e lo scout Sasà Varriale, ripartendo dall’emozione degli occhi dei più piccoli. Rivedo la luce dei miei giorni migliori, i primi con un pallone ai piedi. Lì è tutto bello, poi arriva la parte difficile”.

DAL CAMPO ALLA TV, DRIBBLANDO BUGIE: “LA COCA MI FA SCHIFO”

Doveva essere l’erede di Maldini, ma oggi Google, digitando il suo nome, suggerisce solo pagine extracalcistiche. Ignora 154 presenze in serie A, due scudetti vinti, 17 presenze in azzurro e un’avventura, primo fra i calciatori italiani, nel Barcellona.

Francesco Coco oggi è solo Francesco. È tornato nella sua casa di Legnano, in provincia di Milano, dopo aver vissuto per nove anni all’estero, fra New York, Parigi e Doha. Ha commentato il calcio da studi patinati, lontano dall’Italia, dai veleni, dai pregiudizi e dalle bugie. “Hanno detto persino che ero andato a Hollywood per fare l’attore. Mi viene da ridere: ho sempre rifiutato anche le parti piccole nelle fiction. Ho partecipato all’Isola dei Famosi nel 2007 per l’amicizia che mi lega a Simona Ventura. Lo rifarei: è tutto vero là e a me è servito molto”.








Per riflettere e per stare lontano dalle menzogne più dolorose. Una su tutte. “Non ho mai toccato la cocaina. Non mi è mai interessata. L’educazione che mi ha dato mia madre mi ha sempre tenuto alla larga da certe schifezze. Dicevano che mi drogavo anche quando giocavo. Avrò fatto 1500 prove antidoping, altri prelievi del capello a sorpresa: mai niente. Bastava una serata fuori, una bella ragazza accanto e automaticamente ero un tossico. Ho accettato ogni cattiveria, ma questa non l’ho mai sopportata”.

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