L’auspicata parola ‘fine’ al discorso relativo al format della Serie B sta, probabilmente, per essere posta. Domani andrà in scena l’atto conclusivo, alle ore 11 circa la convocazione del Consiglio Federale chiamato a prendere una posizione netta e definita.
Una settimana dopo il provvedimento cautelare del Tribunale Amministrativo del Lazio con il quale la questio era fattivamente (e giuridicamente) stata riaperta, sancendo l’illegittimità dei provvedimenti di Fabbricini dello scorso 13 agosto (con essi era stato ridotto a diciannove il numero di squadre legittimato a prender parte alla prossima Serie B).
Nella giornata di sabato, però, la svolta in tutt’altra direzione con l’accoglimento del ricorso della Lega B. La pronuncia del decreto monocratico del Consiglio di Stato, infatti, non ravvisa negli atti di Fabbricini un eccesso di potere e, oltretutto, cristallizza in maniera netta che – giunti a questo punto – l’interesse alla regolarità delle competizioni debba, in ogni caso, risultare prevalente.
Ripartirà da questa pronuncia il Consiglio Federale di domani. Dalla necessità improcrastinabile e assolutamente urgente di dare certezza e stabilità a quattro campionati (quello di B e i tre gironi di Serie C) che una volta per tutte dovranno essere ragionevolmente definiti nella loro composizione definitiva. Proprio a ragione di ciò, prendere una posizione che vada in senso contrario rispetto alla pronuncia del Consiglio di Stato rischierebbe di gettare ulteriore caos su una vicenda già di per sé terribilmente lunga e dibattuta.
Con dieci giornate di Serie B (compreso l’infrasettimanale di domani) e squadre interessate già inserite e scese in campo nei rispettivi organici di Serie C sarebbe oltremodo complicato addivenire ora ad una modifica di campionati e calendari, a torto o a ragione e pur condannando nelle tempistiche e nei modi la revisione del format operata dall'allora Commissario Straordinario. Ecco perché l’ipotesi senz’altro più probabile è che nella giornata di domani venga confermato il format stante con la contestuale creazione di Commissioni operative che comincino da subito ad operare una riforma – organica e sistematica – dei campionati per dare nuovamente al calcio italiano quella certezza e quella stabilità che negli ultimi mesi sembra aver irreversibilmente perduto.
C’è, seppur in via molto secondaria, anche l’ipotesi che il Consiglio Federale decida di aspettare la pronuncia nel merito dei provvedimenti stanti la modifica del format e, per relationem, il blocco dei ripescaggi fissata per il 15 novembre dinanzi alla Camera di Consiglio (sempre al Consiglio di Stato). Ma far passare ulteriore tempo cozzerebbe ancor di più con l’esigenza della regolarità degli stessi campionati.
Se, dunque, salvo sostanziali stravolgimenti la Serie B proseguirà con il format attuale c’è sempre da ricordare la situazione relativa alla Virtus Entella e ad una sua eventuale riammissione: si attende sempre la pronuncia del TAR dopo che la FIGC ha impugnato quella ‘pro’ riammissione del Collegio di Garanzia del CONI.
Ci sarà, infine, da valutare il discorso relativo ai risarcimenti per Siena, Novara, Pro Vercelli, Catania e Ternana alle quali dopo esser stati chiesti tutti gli adempimenti per entrar in lizza nella graduatoria ripescaggi, è stato imposto un sostanziale ‘alt’ con il blocco a 19 squadre. Dipenderà anche qui dalla pronuncia della Camera di Consiglio che se, in sostanza, confermasse la legittimità dei provvedimenti di Fabbricini, andrebbe fortemente a depotenziare il diritto risarcitorio dei cinque club ricorrenti, ferma restando la tutela – indefettibile - dell’erronea affidamento cui era stato dato loro.
Nelle prossime ventiquattrore la probabile parola ‘fine’. Mai come questa volta così auspicata.