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Data: 15/11/2016 -

‘Flash Gordon’, giramondo con il Genk nel destino. Leon Bailey, il ‘chipmunk’ che piace al Napoli

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Ricordate Alvin Superstar? Dicono che da piccolo gli somigliasse parecchio. Ma non per una questione fisica, quanto per la sua capacità di cacciarsi sempre nei guai. Per questo Leon Bailey, talento classe ’97 del Genk, nel suo viaggio dalla Giamaica all’Europa, ha portato con sé una valigia ricca di sogni ed un soprannome: ‘Chippy’, diminutivo di Chipmunk. Ora lo segue il Napoli, che ha già avviato i contatti con il padre-agente in occasione della gara di Champions League contro il Benfica (clicca qui per i dettagli).

E pensandoci bene, anche in campo potrebbe ricordare l’Alvin Superstar del film. Testardo, imprendibile. Ma i guai, in questo caso, sono per gli avversari. Soprattutto ha grande talento. Quello, Leon Bailey, l’ha sempre dimostrato. Sin da quando da piccolo, a differenza di tutti i suoi amici, preferiva trascorrere il tempo giocando a calcio. In Giamaica, il primo sport del mondo, non ha un grande seguito. Lì preferiscono la musica e l'atletica, soprattutto la corsa. Vi dice qualcosa Bolt? Il DNA di Leon, però, è 100% giamaicano. E, in quanto tale, ha una velocità fuori dal comune. Disarmante. In Belgio, non a caso, l’hanno soprannominato il ‘Flash Gordon Giamaicano’. Fermarlo è praticamente impossibile, ne sa qualcosa il Sassuolo che lo scorso 29 settembre ha trascorso una serata da incubo in Belgio. Mancino naturale, dotato di classe cristallina, di una tecnica che riesce ad esprimere sia da fermo che in movimento. Dribblomane con l'altruismo da grande assist-man ma concreto anche in zona gol. Già 9 in 24 partite in tutte le competizioni in questa stagione, ed è solo la seconda in prima squadra. L’anno scorso ha impiegato poco per imporsi nel Genk, collezionando in tutto 42 presenze con 7 gol e 11 assist. E vincendo il premio di miglior giovane del campionato belga. Completo, adatto per un 4-3-3 moderno. Come quello del Napoli, appunto.

A soli 19 anni ne ha fatta di strada Bailey, che porta con orgoglio il cognome della madre. La sua infanzia travagliata gli ha permesso di formarsi soprattutto nel carattere. A 5 anni ha iniziato a giocare a calcio, nel Phoenix All Star Jamaica, insieme al suo padre adottivo Craig Butler. Lo stesso che, lo scorso 28 settembre, ha incontrato i dirigenti del Napoli al San Paolo. Aveva capito sin da subito di avere in casa un tesoro, rappresentato dal piccolo Leon e da Kyle Butler, fratellastro di Bailey di un anno più piccolo. Ed è così che Craig decise di mollare tutto e partire, per l’Europa. Con l’obiettivo di far esplodere entrambi i figli nel grande calcio. Alla fine con Leon ci è riuscito, ma non senza ostacoli. La prima meta fu proprio il Genk, che accolse Bailey nella propria Academy diventando la sua famiglia anche quando Craig Butler inscenò un sequestro in Messico per scappare dal Belgio perché privo di permesso di soggiorno. Tornò poco dopo, illegalmente e senza soldi, strappando i suoi figli dal Genk e portandoli ad Amsterdam. Da lì un lungo girovagare, dall’Ajax all’USK Anif in Austria. Tutti entusiasti di lui, impossibilitati però a tesserarlo per questioni burocratiche. Ci riuscì l’AS Trencin, in Slovacchia. Ma il Genk era nel destino di Bailey, da sempre legato alla società belga che dopo qualche anno da quella dolorosa separazione investì 1 milione e 400 mila euro per un appena diciottenne. Soldi spesi bene, però. E che potrebbero portare ad un’importante plusvalenza. D’altronde, al Genk, sapevano benissimo su chi si andava a puntare.

Bailey ha così ritrovato la sua famiglia, respingendo le attenzioni di grandi club europei come il Chelsea. L’osservatore dei ‘Blues’ Piet de Visser lo ha definito “un talento superiore, un calciatore che ha tutto per avere successo”. Per Bailey sembrava profilarsi un futuro in Inghilterra, ma il ragazzo aveva voglia e fretta di esplodere ed ha scelto il Genk. E non sono mancate poi altre referenze eccellenti. Ronald de Boer, mentre Bailey era in prova all’Ajax, disse: “Quando si è trattato di velocità e agilità ha fatto meglio anche di molti calciatori della prima squadra. E’ così veloce da non essere normale. E abbina questo ad una grande tecnica. Qual è il suo punto debole? Non ne vedo”.

Genk nel suo destino da ragazzo talentuoso, Napoli nel suo futuro? Gli azzurri ci pensano, hanno messo gli occhi su questo fantastico calciatore che sta incantando il Belgio. Che, in molti ci giurano, è uno dei più grandi talenti del panorama calcistico europeo. E chissà che presto il ‘Chippy’ partito dalla Giamaica non possa trasformarsi in uno ‘scugnizzo’.



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