Un abbraccio a fare da ponte tra il passato e il presente, guardando al futuro con la forza di chi ha lottato nella vita ed ora è diventato ricordo indelebile per una città intera ed esempio per un mondo lasciato troppo presto. Oggi a Firenze, nei pressi dello stadio Bozzi delle Due Strade, due vie hanno preso il nome di due campioni viola colpiti dalla stessa malattia: Stefano Borgonovo, che qui ha lasciato ricordi indimenticabili ed ha giocato tre stagioni, e Armando Segato, morto nel '73 e protagonista del primo scudetto viola nel 1956 nonché primo calciatore a cui è stata diagnosticata la SLA. A presenziare all'inaugurazione: il sindaco di Firenze, Dario Nardella, insieme all'assessore allo sport Andrea Vannucci, la moglie e la figlia di Stefano, Chantal ed Alessandra, e la figlia di Segato, Cristiana. A rappresentare la Fiorentina invece ci sono stati Borja Valero, il team manager Roberto Ripa ed Elena Turra, responsabile della comunicazione del club. Presenti anche il presidente della Lega Serie B Andrea Abodi, l'ex centrocampista viola Giancarlo Antognoni e Carlo Pallavicino, storico agente di Borgonovo.
Nello stadio abbracciato dalle due vie, che è anche centro tecnico federale per la LND, gioca la primavera viola quindi queste due vie intitolate a questi due grandi campioni, due uomini che hanno lottato in campo e fuori, diventano anche messaggio simbolico indirizzato ai giovani.
Al suo arrivo, il sindaco Dario Nardella ha salutato Chantal Borgonovo con un abbraccio, poi ha dato la sua fascia a Borja Valero perché qualche settimana fa al Franchi era comparso uno striscione con scritto "Borja sindaco" che non è sfuggito al primo cittadino. Nardella poi ha preso la parola: "È un momento bello ed emozionante, leghiamo un pezzo di Firenze a queste due persone, ringraziandoli per ciò che hanno rappresentato per lo sport fiorentino e dal punto di vista del dramma che hanno vissuto con la SLA. Accendiamo i riflettori su questa malattia - ha detto il sindaco di Firenze -. Non si fa ancora abbastanza per combattere la SLA, che merita di essere al centro dell'attenzione e non può essere considerata una malattia di serie B".
"Sono felice di essere qui - le parole di Chantal Borgonovo -. Firenze la amo e l'ho amata tantissimo, ho passato qui gli anni più belli. È un orgoglio ed una consolazione che un pezzetto di Stefano rimanga qui". Le fa eco Cristiana Segato che considera il gesto odierno "un grande regalo che ci avete fatto, insieme al fatto di rendere sempre vivo e caldo il ricordo di papà che amava tanto questa città". Poche parole per generare una grande commozione da parte di tutti i presenti; un silenzio profondo e poi tanti applausi.