Una partenza a razzo partita da lontano, dal lavoro seminato lo scorso anno e che sta avendo i suoi frutti in questo inizio di stagione. Così Pioli spiega l'avvio da protagonista che sta vivendo la Fiorentina. La vittoria con la Spal è già archiviata, ora è tempo per l’esame di maturità in casa viola. Domani si troverà di fronte l’Inter e Pioli ha presentato così la gara, partendo dal duello tra Icardi e Simeone: “Giovanni sta crescendo tanto. Certo, Icardi ha una media gol impressionante, è un animale d'area. Simeone ha caratteristiche diverse. E' un attaccante forte ma lo può diventare ancora di più”.
L’avvio positivo della Fiorentina ha generato un’attenzione particolare intorno alla società viola: “Abbiamo fatto bene, ma non abbiamo fatto niente. Il campionato è solo all'inizio e dobbiamo pensare alla prossima partita. Rimanendo sempre consapevoli della nostra identità, da difendere e portare avanti ogni volta che scendiamo in campo.
Cosa è cambiato rispetto allo scorso anno? E' cambiato tanto. L'anno scorso arrivammo alla prima giornata di campionato con tanti punti interrogativi. E' stato un percorso lungo. Allora non eravamo ancora una squadra, adesso sì. E ce la vogliamo giocare, dando il massimo. L'Inter ha grandi giocatori, un ottimo allenatore ed è stata costruita per vincere. Ma abbiamo tutto per mettere in campo una prestazione seria.
Cambi di formazione? Qualcosa credo di sì, perché veniamo da quattro partite faticose e dispendiose. Cercherò di dare tuttavia continuità a quanto stiamo facendo. Domani mattina deciderò”.
La Fiorentina ha preso la rincorsa, ha maturato uno stile di gioco sviluppato nella passata stagione e perfezionata quest’anno: “Sta venendo fuori il lavoro partito l'anno scorso – Ha continuato Pioli in conferenza stampa - Poi la società ha inserito giocatori di qualità. Detto questo bisogna dire che ci ha aiutato anche il calendario, con tre partite in casa che ci hanno dato entusiasmo. Tuttavia c'è tanto da migliorare, perché anche dentro le vittorie ci sono degli errori da analizzare e rimediare.
Non mi piace giocare contro avversari che hanno riposato di più. Per porre le condizioni per creare spettacolo, bisogna mettere le due squadre nelle stesse situazioni. E noi e l'Inter lo siamo in termini di giorni di riposo avuti a disposizione. Loro sono una squadra forte, che sta bene anche psicologicamente. Dovremo farci trovare pronti.
Il tridente? E' questo il nostro modo di giocare e di fare calcio: l'obiettivo è fare un gol in più dell'avversario. Non è il numero degli attaccanti a decidere, ma l'equilibrio di squadra. Se ci mostriamo tutti disponibili come ora, allora possiamo permetterci tre giocatori in avanti. Abbiamo cercato giocatori veloci e di qualità per essere sempre pericolosi.
Il nostro attacco è fatto di movimenti, non di staticità. Ci dobbiamo muovere tanto, ci dobbiamo guardare in campo. Gli avversari qualcosa concedono sempre, serve lucidità, intelligenza e qualità per punirli. Chiesa punta? Ogni tanto va troppo fuori dagli schemi. Se si vuole essere imprevedibili, c'è il rischio di perdere la posizione. Devono essere bravi quelli dietro a rimediare. Noi vogliamo creare dubbi agli avversari.
Cosa abbiamo in comune io e Spalletti? Sicuramente nella pelata (ride n.d.r). Ci stimiamo, ma definirci amici è ambizioso. Lui è un top allenatore, ha un modo di fare diverso dal mio, è più toscano, ha più battute, è più brillante. Sa fare il suo lavoro molto bene”.