Muriel, il ragazzo con la fisarmonica diventato Fenomeno
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Data: 05/03/2019 -

Muriel, il ragazzo con la fisarmonica diventato Fenomeno

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Sette gol in dieci partite con solo otto tiri: Luis Muriel e la Fiorentina, storia di un amore nato a prima vista. Dai biglietti della lotteria per le strade di Santo Tomàs al trono del Franchi. Nel mezzo tanta Italia, la passione per la musica, il paragone con Ronaldo e un sorriso che non manca mai
Sette gol in dieci partite con solo otto tiri: Luis Muriel e la Fiorentina, storia di un amore nato a prima vista. Dai biglietti della lotteria per le strade di Santo Tomàs al trono del Franchi. Nel mezzo tanta Italia, la passione per la musica, il paragone con Ronaldo e un sorriso che non manca mai
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“Sai chi segna così? Ronaldo”

Già, Ronaldo il Fenomeno. Una vita vissuta con il peso di questo paragone. Riavvolgiamo il nastro. Muriel passa dall’Atletico Junior al Deportivo Cali. E’ un talento, tanto che nel 2011 la Colombia lo convoca per il Sub 20. L’Udinese ha il bellissimo vizio di affidarsi ai suoi osservatori, che di solito si spartiscono i paesi del Sud America. In Colombia ci finisce Robero Policano, che rimane a bocca aperta davanti a questo ragazzo così maledettamente veloce e tecnico allo stesso tempo. La Colombia viene eliminata ai quarti, Muriel fa quattro gol in cinque partite. Quanto basta per convincere Pozzo, che lo porta ad Udine e lo gira al Granada prima, al Lecce poi.

In panchina, in Puglia, trova Di Francesco. Uno che di giovani ne capisce, ma la scintilla non scatta. Il Lecce gioca con una sola punta e si affida all’esperto Di Michele. Poi i risultati non arrivano ed Eusebio viene sostituito da Cosmi. Cambia tutto, Serse impazzisce per questo ragazzo e decide di giocare con il 3-5-2. Morale della favola, i gol di Luis a fine anno saranno sette. Uno lo segna a San Siro, anche se l’Inter vincerà 4-1. Thiago Motta si fa scippare la palla da Obodo, che lancia il compagno in profondità. Controllo di sinistro, rientro sul destro. Muriel manda fuori giri Lucio e Maicon, battendo un incolpevole Julio Cesar.

“Sai chi segnava così? Ronaldo. Tu mi ricordi Ronaldo”. Glielo dice Cosmi mentre i due sono in albergo, in ritiro davanti alla televisione. Rimandano il gol segnato ai nerazzurri, Luis reagisce scoppiando in una fragorosa risata. Che bella Lecce, gli ricorda la sua Colombia. Il clima, il calore della gente. Lo spogliatoio lo tratta benissimo, anche perché lui si fa volere bene. E’ giovanissimo, ma niente affatto timido. Sempre con il sorriso stampato sul volto, un’allegria che viene meno solo alla fine.

All'ultima giornata Vacek trova infatti il suo primo gol in Serie A, il Chievo vince 1-0 e condanna il Lecce alla Serie B. Muriel è lì in prestito. Lo aspetta un’estate di mercato emozionante. Sicuramente farà rientro ad Udine, si parla già di Milan e Inter. Ma l’allegria lascia il posto alle lacrime. Si dispera come un bambino, soffre. Sicuramente per il risultato, un po’ anche perché si sta per aprire una nuova pagina. Niente più musica a palla e balletti negli spogliatoi con Giacomazzi e Piatti. Cuadrado non busserà più alla porta di casa sua per uscire insieme la sera. Delle volte lo faceva aspettare mezz’ora, maledetta timidezza.

La bilancia di Guidolin, l’amore per la Samp

Ad Udine non c’è più Cosmi che gli dice “Vai e divertiti”. Al suo posto Guidolin, che lo vuole più impegnato in copertura. Alla prima uscita stagionale Luis fa il fenomeno: ne segna quattro in amichevole all’Arta Cedarchis, ma a fine partita zero complimenti, anzi: “Se vuole parlare con me, deve perdere almeno cinque chili” ruggisce l’allenatore.

Fa terribilmente freddo, altra cosa che non lo rende felice. La società si affida ad Arturo Faillace, un uomo di mezza età che era diventato suo amico ai tempi di Lecce e che Pozzo trasforma in tutor. Lo segue ovunque, aiutandolo a casa e negli aspetti extra calcio. Sale sull’aereo con lui anche quando viene convocato dalla Colombia per evitare che possa perdere il volo di ritorno.

Non che a Udine faccia male, ma Muriel il sorriso lo ritrova a Genova, sponda Sampdoria. Qui assaggia le trofie al pesto, ne rimane incantato. Va a pescare con il padre sugli scogli di Pievre Ligure, riceva visite continue da parte dei suoi connazionali, pazzi della città. Cuadrado in primis, che quando ha un giorno libero non esita ad andare a prendere un po’ di sole. Idem per Bacca e Sanchez. Torna a ballare, in campo e nello spogliatoio. Il suo compagno preferito in tal senso è De Silvestri. Con “Lollo” prova un sacco di coreografie. Nel 2015 esce un tormentone, che gli ricorda la famiglia. Il titolo è “El Taxi”, le voci quelle di Osmani Garcia e Pitbull, di cui cerca di imitare i passi.

In campo con Quagliarella forma una coppia spettacolare. Una volta, all’Olimpico, vanno entrambi in gol. La Samp vince 2-1, poi si fa rimontare dalla Roma che si impone per 3-2. Delusione, un’unica grande soddisfazione. Segna una rete bellissima, un destro al volo che va ad infilarsi sul palo più lontano. Mentre torna nella sua metà campo ed è girato di spalle si sente dire: “Bravo Luis”. E’ Totti che gli fa i complimenti. Apoteosi.


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