Il closing a Milano, l’arrivo a Firenze. Il primo abbraccio alla città, la visita a Palazzo Vecchio da Nardella, quella allo stadio e al centro sportivo. Il tutto in un giorno, devastante per chiunque. Non per Rocco Commisso, che continua a sorridere fresco come una rosa. Perché il calcio è da sempre la sua passione e adesso la Fiorentina gli ha preso il cuore.
“Il modo in cui facciamo business non è così veloce come lo è stato in questa situazione – ha dichiarato il nuovo presidente viola nella conferenza stampa di presentazione – spesso è una questione di mesi, non di giorni. Qui siamo passato dalla lettera d’intenti al closing in pochissimo tempo. Lo abbiamo voluto fare velocemente. Ai dipendenti e al sindaco ho detto che dobbiamo andare veloci. E’ un modo di fare business diverso, ma so a cosa vado incontro”.
Grande voglia di iniziare dunque, Commisso non vuole più aspettare: “Il calcio per me è stato molto importante, senza non sarei arrivato dove sono adesso. Mi ha portato a vincere una borsa di studio che poi mi ha aperto le porte della finanza. Adesso torno a fare calcio. L’ho già fatto in America, ora è il momento dell’Italia”.
A sorprenderlo è stato il calore della gente, che lo ha abbracciato con grande affetto: “L’accoglienza ricevuta in questi giorni è stata indescrivibile, non pensavo. A New York nessuno mi riconosce per strada, qui invece mi fermano tutti”.
La Fiorentina, un club che ha voluto fortemente: “Il primo tentativo l’ho fatto nel 2016. Voglio ringraziare la famiglia Della Valle, ho molto rispetto per loro e per gli investimenti che hanno fatto. Nel 2017 e nel 2018 non ho avuto nessuna risposta da loro. Per me, tuttavia, era importante fare un investimento in questa città. Abbiamo le risorse per fare bene, ma non voglio fare promesse che non posso mantenere. Il prezzo a cui abbiamo acquistato lo ritengo vantaggioso”.
Adesso ci saranno molte cose da sistemare, a partire da allenatore e dirigenza: “Su questo non posso dare una risposta definitiva. Sono qui da una settimana, mi dovete dare tempo. Per esempio Montella adesso è in India, non ci posso parlare. Siamo stati molto veloci nel closing. Berlusconi per esempio ci ha messo due anni, però bisogna essere consapevoli del fatto che il mondo non è stato creato in un giorno. Ho parlato con i dipendenti e la mia storia dice che in 23 anni di Mediacom non ho mai licenziato nessuno. Sono qui per imparare, sappiate che riesco a farlo molto velocemente”.
Promettere poco e fare tanto, questo il motto di Commisso. Un tema scottante è certamente Chiesa: “Ho intenzione di tenere Chiesa almeno per un altro anno, non vorrei fosse il mio Baggio. Mi hanno assicurato che non c’è nessun accordo affinché Chiesa vada in un altro club. Lui adesso è in Nazionale, deve pensare solo a questo”.
Poche promosse, tanti sogni: “Sogno di investire in Italia. Faremo investimenti intelligenti. Cerchiamo di risolvere problemi alle infrastrutture, datemi tempo ma vogliamo andare velocemente. Non voglio essere arrogante ma umile. Non mi piace perdere, ma non dirò mai che vinceremo subito. E’ la prima volta che una squadra italiana viene acquistata da un emigrato”.
Tanti i nomi accostati alla nuova Fiorentina, fra dirigenti, allenatori e calciatori. Fra questi anche Buffon, che si è liberato dal Psg: “Spesso si inventano storie e poi vengono riferite a catena. Non ho avuto il tempo di parlare con Montella o Corvino. Ripeto, ho bisogno di tempo. Rimarrò ancora qualche giorno in città per affrontare certe situazioni. Non voglio essere frettoloso”.
Poi uno sguardo generale al calcio, alle squadre che studia o che lo hanno entusiasmato: “In America molti hanno la passione per la Premier League, ma non è il mio caso. In Spagna solo due squadre, in Francia una, la Germania non la guardo. In Italia adesso sta dominando la Juventus. Vorrei cercare di competere e garantire un’alternativa”.
Per diventarlo molto passerà dai ricavi: “Il problema del calcio al momento è il fair play finanziario e il suo circolo vizioso. Se non fai introiti non puoi permetterti dei buoni giocatori. Se non hai questi, non potrai avere introiti. Darò battaglia per questo. Inter e Roma hanno aumentato i propri guadagni, noi cercheremo di fare lo stesso. Voglio avere la possibilità di competere. Non mi arrenderò su questo. Io mi sono fatto da solo, non sono un petroliere. Non mollo mai”.
Un giudizio anche su questa stagione della Fiorentina, terminata fra le mille difficoltà: “Sarà importante fare un lavoro di squadra. Nella gara contro il Genoa ho visto la paura nei giocatori, che hanno perso fiducia. Erano pietrificati. Ritengo tuttavia che molti di loro siano in grado di dare di più”.