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Data: 28/03/2018 -

Fiducia, tanti under e plusvalenze. Il dg Giovannini: “Vi racconto il mio Pontedera, isola felice per i giovani”

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“Sei anni con due semifinali di Coppa Italia, una promozione in C1 ed un playoff per la B, più le salvezze sempre senza playout… Penso che sia qualcosa di meraviglioso”. Fotografia di 6 anni senza rimpianti. Parole di chi ha trovato la sua ‘isola felice’. Obiettivo sulla Serie C, zoom sul Pontedera, culla di tanti giovani, “una via di mezzo tra una piazza calda ed una in cui un giocatore non può rilassarsi troppo”. Habitat ideale per tanti ragazzi, provenienti da club di A e B che la scelgono per iniziare a ‘farsi le ossa’ tra i pro, e per il direttore generale Paolo Giovannini. Carisma e personalità. Competenza ed entusiasmo. E’ arrivato al Pontedera nella stagione 2012/2013 e da allora non l’ha più lasciato; lui, con un passato “sempre in Toscana anche per questioni famigliari, visto che ho un bimbo da crescere che ancora non è maggiorenne. Da tantissimi anni lui sta con me e non ho mai pensato di allontanarmi da questa regione proprio per pensare a lui, nonostante avessi avuto in passato alcune richieste più importanti. Ma Pontedera, nonostante io abbia vinto due campionati a Lucca e due a Massa, è la piazza in cui mi sento veramente voluto bene - a parte il primo impatto che non fu felice perché non partimmo benissimo. Mi sento uno di loro”, ha raccontato il dg ai microfoni di gianlucadimarzio.com.

Orgoglio, senso d’appartenenza ed un’unione d’intenti che ha portato anche al rinnovo di Giovannini: “E’ stata una cosa automatica perché voglio bene a questa realtà e voglio contribuire con il mio apporto, il mio entusiasmo, la mia competenza e conoscenza a farle mantenere la categoria”. Anche perché “ogni anno la salvezza è come metterci uno scudetto sulla maglia”. Trentasei punti attualmente, dodicesima posizione nella classifica del Girone A e zona playoff distante appena tre punti: “Una stagione stra-positiva per il momento, visto che siamo la squadra più giovane delle 57 di Serie C, insieme al Prato”. Realtà interessante, in cui la gioventù viene coltivata e valorizzata: “Su 22/23 giocatori abbiamo solo 5 o 6 over, come quest’anno; la maggior parte degli elementi sono nati dal ’95 in poi. E’ facile portare alcuni ragazzi a giocare a Pontedera perché, avendo una rosa molto limitata negli over, i giovani trovano spazio sicuramente. E perché la nostra rosa è fatta in modo da poterne accogliere tanti”. E non sono mancati i complimenti da parte di club di categorie superiori – come la Roma, nelle persone del ds Monchi e di Balzaretti per i due ’98 Tofanari e Spinozzi – per questa felice gestione della rosa che ha quest’anno un’età media di 23,4 anni.

“I ragazzi hanno parlato bene di come si sono trovati ed il club è soddisfatto anche dell’aver conosciuto una realtà come Pontedera che fino alla stagione scorsa magari era sconosciuta. Noi lavoriamo così”. Progettualità da un lato ma anche la consapevolezza di andare incontro anche a qualche difficoltà fisiologica: “Certo, paghiamo dazio a livello di esperienza, di applicazione al primo anno da professionisti, dove si vince anche per scaltrezza, che la mia squadra non può avere. Ma so che da questi errori si deve passare, quindi non sono mai una tragedia. L’errore fa parte del gioco e noi dobbiamo essere bravi a ‘tollerarlo’ e a far capire ai ragazzi che possono migliorare anche attraverso questi”. La fiducia, la pazienza ed il saper aspettare: eccola la ricetta del Pontedera che in Giovannini ha trovato anche un carismatico motivatore ed un dirigente in grado di capire le situazioni, tranquillizzare gli animi. Come in occasione della sconfitta contro l’Alessandria per 5-1, dopo la quale andò nello spogliatoio a colloquio con la squadra: “Quella sconfitta ci rese tutti piccini. Sembravamo dei pulcini bagnati, come se non rappresentassimo niente in questo campionato. Io devo vedere in questi ragazzi sempre il bicchiere mezzo pieno, perché per noi è molto più importante pensare alla prossima domenica senza fossilizzarsi troppo su una sconfitta subita. Si cerca di tranquillizzarli insomma”.

Una gestione virtuosa di un gruppo che comunque cambia ogni anno. In tal senso, è già chiaro infatti distinguere quegli elementi della rosa che presto potranno calcare campi di una categoria superiore: da Pinzauti a Corsinelli, da Gargiulo a Frare, passando per Borri ed altri giovani che adesso costituiscono i punti fermi di un Pontedera davvero ‘green’. I numeri parlano chiaro per Giovannini: “In 6 anni, ho venduto oltre 20 giocatori in Serie B. Il nostro modo di operare prevede qualche plusvalenza da alcuni giocatori di nostra proprietà e poi in molti casi si tratta di giovani in prestito da club di Serie A o B, dunque quelli che hanno fatto bene tornano alla base. E’ normale che su 22/23 elementi ne cambiamo 13/14, in alcuni casi anche di più. Perché vendiamo i migliori di nostra proprietà. Questa è una cosa che va avanti da 6 anni ed è anche il motivo di tante false partenze. Poi però attraverso il lavoro del mio staff e del club e di quanto crede in questi ragazzi, gli si fa capire che non ci si deve mai abbattere ed ogni anno riusciamo a ‘portare la barca al porto’”. E Giovannini non in questo caso non dimentica di menzionare Maraia (“E’ un allenatore molto umile, non si nasconde mai. Ha tantissimi meriti”) ed il responsabile dell’area tecnica, Alec Bolla: “E’ un ragazzo straordinario, non posso che parlarne bene. Disse ‘Voglio andare a Pontedera per imparare perché Giovannini è bravo e può darmi dei consigli’ e lo fece con molta umiltà e modestia, che sono basi fondamentali per fare questo lavoro. E’ un ragazzo molto intelligente e penso che anche lui possa arrivare a grandi livelli”.

Per questo Pontedera l’obiettivo è ora la aritmetica certezza della salvezza, importante come uno scudetto: “Ci piacerebbe vivere una stagione finale in maniera serena. Ai playoff francamente non ci penso, credo sia difficile”. Allora è meglio continuare a pensare di partita in partita con la stessa filosofia che da 6 anni a questa parte ha fatto sì che Pontedera diventasse una delle realtà più giovani ed interessanti del torneo anche grazie alla personalità e al carisma di un dg che scopre, coltiva, lancia giovani ed ha un sogno: “E’ lo stesso che avevo ad inizio stagione: superare i 40 punti. Quando i miei ragazzi avranno superato questa soglia io sarò un direttore contento”.



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