“Vi rivelo un aneddoto: durante il viaggio per Siracusa, avevo detto ai dirigenti che erano con me che avremmo preso il traghetto di ritorno già sul 3-0. Non lo dico per spocchia tantomeno per mancanza di rispetto verso l’avversario, ma perché avevo visto il gruppo convinto e determinato più che mai”. Paolo Montemurro, presidente della Fidelis Andria, non nasconde la soddisfazione per la prima vittoria stagionale del team biancoazzurro, arrivata dopo 15 turni e tre mesi complicati. “Questa vittoria ci serviva come il pane, con 5 reti all’attivo poi è tutto più bello. Sentivamo da giornate che sarebbe arrivata e così è stato.
Avremmo vinto anche senza cambio di allenatore? Chissà, con i se e con i ma non si va da nessuna parte. Ora, però, pensiamo al Trapani, che aspettiamo sabato: ogni partita di qui in avanti sarà una battaglia. Incontreremo una squadra allestita per vincere il campionato, ma più che preoccuparci degli altri dovremo pensare al proseguimento del nostro percorso di crescita”. Già, perché pochi giorni prima del 5-1inflitto all’Akragas, la panchina della Fidelis Andria aveva mutato proprietario: da Valeriano Loseto ad Aldo Papagni. Esperienza in luogo di un allenatore esordiente tra i professionisti. “E’ stata una sconfitta per tutti –ammette Montemurro a gianlucadimarzio.com- in primis mia, lo dico con molta umiltà. Loseto è arrivato in ritiro con gli occhi emozionati, è stata la scena che mi è rimasta in mente. Ho capito che era necessario cambiare dopo il pari interno contro il Bisceglie, avevo visto una squadra spenta e segnali preoccupanti.
Prima, però, l’idea non mi aveva mai sfiorato”. Ai nastri di partenza della sfida interna al Trapani, la Fidelis arriva in terzultima posizione. Dopo la boccata d’ossigeno contro l’Akragas, che ha interrotto un digiuno di successi perdurante da sette mesi in campionato, è tempo di dare il via a una scalata. Montemurro, però, rilancia con convinzione: “Abbiamo la rosa più forte e completa dei miei tre anni da presidente, con tanti calciatori in vetrina. Prima non erano brocchi e oggi non sono fenomeni. In loro ho sempre avuto fiducia. Il mercato? Abbiamo calciatori che certamente sono seguiti, ma stiamo lavorando per il prolungamento del contratto di alcuni degli elementi di primo piano”. Tra Felipe Curcio e Antonio Matera, nomi sui taccuini degli addetti ai lavori, chi sta bruciando le tappe è Michele Scaringella, prelevato dalla Promozione Pugliese, a Corato, e lanciato nel calcio professionistico con ottimi risultati: 5 reti sin qui. “La tripletta all’Akragas lo ha portato in copertina, ora deve stare con i piedi per terra perché solo così potrà crescere ancora”. Non parla solo da pater familias, il numero 1 della Fidelis. In estate, infatti, dopo l’addio del ds Piero Doronzo in direzione Catanzaro si è di fatto occupato in prima persona del calciomercato: “Su questo va fatta chiarezza –sottolinea- mi sono cimentato in questa situazione per la tempistica ristretta, avvalendomi in società di figure che mi hanno supportato nell’operazione. Non volevo certo sostituirmi a un professionista di esperienza come Doronzo. Un direttore sportivo in futuro? Servirà per programmare la prossima stagione. Fino a gennaio, però, non ci serve. La mancanza di vittorie aveva creato una situazione di negatività e ogni ds che fosse subentrato senza aver allestito la squadra non si sarebbe assunto alcuna responsabilità”.
L’album dei ricordi è aperto: tra quelli recenti i rimpianti fanno rima con “i pareggi contro Cosenza e Lecce, incassati all’ultimo minuto, hanno lasciato un enorme amaro in bocca. Ci mancano punti tra Catania e Sicula Leonzio, per esempio. Il mister ha avuto colpe, ma anche gli errori dei calciatori hanno condizionato la classifica”. Tornando indietro, le memorie più belle sono rappresentate “dalle vittorie nei derby contro Lecce e Foggia nelle scorse due stagioni, momenti bellissimi”. Il momento più brutto, invece, è dietro l’angolo: “L’esonero di mister Loseto”. Una scelta che ritorna, così come quella di chiudere le porte all’ingresso in società di nuovi soci, vicini al club e non graditi alla piazza: “Vorremmo persone che si possano legare alla società più che con una semplice sponsorizzazione. Oggi se guardiamo in faccia la realtà, mantenere un club in Lega Pro è dura e non è sostenibile con certi ingaggi. Stadi sempre più vuoti, calcio di serie C andrà verso rose con più giovani e contratti meno alti. Serve un’azione di restyling, decisa e netta”. Sull’addio di Carlo Tavecchio ai vertici della Figc, Montemurro va però controcorrente: “Non genererà una scossa, i giovani sono l’unica risorsa alla pari degli investimenti nel settore giovanile. Non ci sono altre vie. Non si può mettere la mano al portafoglio in eterno. Urge un cambio di mentalità”.