A lezione di... francese. Con il giovane attaccante del Novara Chajia Moutir. Che avrà appena 19 anni ma ha già segnato il suo primo gol in Serie B nell’ultimo weekend di campionato contro il Frosinone. E allora, urge un’intervista, per conoscerlo meglio.
Precisiamo: Moutir è il nome ma chiamatelo pure “Tirmou”, soprannome - diventato, col tempo, anche il suo hashtag di riconoscimento - con cui è conosciuto a Heusden-Zolder e dintorni, dov’è cresciuto, in Belgio. Una piccola curiosità. “Il mio vicino di casa era Vanheusden, ora difensore centrale dell’Inter! Siamo rimasti in ottimi rapporti”. Un altro amico con cui è legatissimo, professionalmente, è il giocatore del Galatasaray Deneyer.
Appuntamento ore 10.30, poco prima che inizi il suo allenamento. “Che faremo? Oggi tattica! Una delle specialità di Corini”. Uno che allenava già quando giocava e dettava i tempi lì in mezzo al campo, ‘Genio’ non per caso.
Io, all’estero. Loro - l’addetto stampa del Novara Francesco Somma e il nostro protagonista Moutir - in collegamento Facetime da Novarello. “Partiamo?”. Via. Anzi: “Allons”.
A scuola di italiano ci va spesso, anche tre volte a settimana. “Le prime parole che ho imparato della vostra lingua? Sinistra e destra!”. Ma non per guidare, perché “la patente arriva solo a dicembre, la farò in Belgio”. Moutir, però, preferisce rispondere alle domande dei giornalisti in francese. “Mi sento più sicuro”. Pochi discorsi e concetti chiari. Come i punti di riferimento che ha nella vita: “La mamma è in cima alla lista, senza alcun dubbio. Le ho dedicato il mio primo gol tra i professionisti, in Novara-Frosinone, ed è stata anche la prima persona che ho sentito dopo la partita”. Moutir è un tipo riservato, della famiglia non parla molto, quasi volesse custodire gelosamente i suoi affetti. Tipo sobrio, senza tatuaggi. “Per due ragioni: sono musulmano, e poi non mi piacciono”. Ma con due idoli ben precisi: “Ho sempre ammirato Ronaldinho, un fenomeno assoluto che ho cercato anche di imitare nelle mie prime esperienze calcistiche, soprattutto all’Ostende. Negli ultimi anni però le mie attenzioni sono tutte per il connazionale Eden Hazard, fresco di candidatura al Pallone d’Oro 2017. Dicono gli somigli come stile di gioco”. Già perché Moutir, in campo, è fantasia e spensieratezza. “Sono un’ala sinistra e all’occorrenza posso fare il trequartista. Mi piace molto correre palla al piede e dialogare con i compagni”. In sintesi: un gioiellino. Qualche big se n’è già accorta in passato, soprattutto lo Sporting Lisbona che un’estate fa era pronta a investire su di lui. Ma il ragazzo ha preferito crescere e maturare a Novara, in attesa del salto definitivo. E la plusvalenza sarà sicuramente elevata, non ci sono dubbi: preso a zero dall’Ostende nel 2016 dal direttore sportivo Domenico Teti grazie all’ottimo lavoro dello scouting della società, il valore di Moutir è destinato a decollare presto, soprattutto se le prestazioni in campo saranno come quella contro il Frosinone. “Magari riuscissi a segnare con regolarità! È il mio obiettivo” puntualizza lui. Tutto in francese ovviamente, per la gioia di Francesco Somma, l’addetto stampa - che prima si improvvisa traduttore e poi suggerisce il titolo dell’articolo: “Io e la lingua francese”.
In quindici minuti di chiacchierata, ecco i primi rislutati. “Bonne chance, Timour”. È il nostro in bocca al lupo, a chi non vuole di certo fermarsi qui, ambizioso com’è. “Alla prossima intervista!”. Magari tutta in italiano.