La questione San Siro continua inevitabilmente a tenere banco nel mondo del calcio italiano. Abbattere un impianto storico e procedere alla costruzione di un nuovo stadio, moderno e all'avanguardia al pari di molte, nuove arene sparse in tutta Europa, o ammodernare il vecchio "Meazza" per continuare a garantirne l'utilizzo (anche in circostanze extra calcio) pur dando il via alla nascita di un nuovo stadio per la città di Milano?
Sul tema più caldo degli ultimi giorni, con Milan ed Inter impegnate a trovare soluzioni e proporre progetti al Comune, è intervenuto anche l'ad della Lega Serie A Luigi De Siervo, presente all'evento "Il Foglio a San Siro" organizzato proprio nella sala executive dello stadio milanese: "Scandaloso possano essere abbattuti simboli come San Siro? Il calcio non è nostro, dei presidenti, ma dei tifosi: San Siro è il più importante stadio italiano. Credo che le componenti che ne stanno discutendo troveranno la modalità per cui questo tempio non venga distrutto ma rafforzato: è chiaro che nella logica i ricavi e la funzionalità sono il motore dello sviluppo delle squadre".
"Questo è il punto in cui mi piacerebbe iniziassimo a riflettere - prosegue De Siervo - il gap con altri paesi non è legato ai risultati, ai tecnici, ma è a livello di struttura: è tutto strutturalmente vincolato. Si parla di smart arena: la politica, che ha ben chiaro che il calcio di vertice possa e debba continuare a crescere, deve mettere seriamente la testa sulla legge negli stadi per dotarci di uno strumento che consenta agli amministratori di fare gli interessi della comunità. Non mancano le idee e i progetti, ma la certezza del diritto, in un paese che si candida ad ospitare gli Europei. La politica deve promuovere una norma che consenta di iniziare presto con i lavori”.
Sulla possibilità di condividere un nuovo impianto per Milan e Inter, in più, De Siervo ha proseguito così: "Penso che l’esperienza della Juventus abbia indicato la strada: è un progetto che risale a 15 anni fa. La verità è purchè si faccia, va bene tutto: questa città ha bisogno di un nuovo stadio all’altezza per lo standard internazionale, ogni giorno che se ne parla è un giorno perso. Inter e Milan hanno proprietà differenti e devono dimostrare di poter condividere. Per la politica dei prezzi, bisogna tenere presenti gli interessi dei tifosi: fare piani per aumentare progressivamente i ricavi. Ciò che è successo è che il mondo è cambiato e noi non lo abbiamo capito subito - conclude - la riflessione di fondo è che noi oggi parliamo di un’industria importante, non è solo sport e calcio, non abbiamo costruito un palinsesto o una piattaforma come in Inghilterra ad esempio".
Oltre a De Siervo, parola anche all'ad di Pirelli Marco Tronchetti Provera, pronto a dire la sua sulla questione stadio: "San Siro è un luogo del cuore. Lascio alle società il dovere di decidere con il comune: da sportivo e tifoso, avendo visto tanti stadi, dico che è uno stadio che permette di vedere la partita in maniera particolare, che regala emozione. San Siro è uno stadio meraviglioso per guardare il calcio, poi le ragioni economiche hanno tutte le ragioni di essere compensate. L’esempio dello stadio della Juventus dimostra l’importanza di uno stadio per una squadra, per la questione stadio preferirei due impianti a Milano, con l’Inter a San Siro".