Joeuf, Lorena, Francia. Metà degli anni cinquanta. Il “Café des Sports” è gestito da Francesco Platini. E’ emigrato dal Piemonte in cerca di fortuna e ha aperto un bar apprezzato da tutti gli sportivi del Paese. Suo figlio, Aldo, ha sposato Anna, anch’essa d’origine italiana. La coppia vive in Rue Antoine de Saint-Exupéry. Già, l’autore del Piccolo Principe. Forse è per questo, che nel 1955, in quella casa nasce un ragazzo destinato a diventare un re. Anzi, “Le Roi”. Michel Platini.
Il piccolo Michel inizia la sua scalata calcistica proprio dal “Café” del nonno, dove guarda ammirato i gagliardetti delle squadre francesi. Il papà, invece, è un professore di matematica che nel tempo libero fa anche l’allenatore. L’amore per il calcio è immediato, le qualità tecniche brillano subito. Il Metz invita Platini a un provino. Ma all’esame spirometrico, dopo meno di dieci respiri, Michel sviene. Bocciatura senza appello: insufficienza cardiaca e respiratoria. Il Piccolo Principe però non si ferma. La sua storia inizierà dal Nancy.
127 gol in 214 partite, da trequartista. Nel 1973 l’esordio in Ligue 1, nel 1976 la prima partita (e il primo gol) con la Nazionale, nel 1978 il passaggio al Saint-Étienne, la squadra più forte di Francia. È un’ascesa continua, quella di Platini. Nel destino del figlio di Aldo, però, c’è l’Italia. L’Avvocato Agnelli s’innamora di Michel e lo porta a Torino con un blitz, pagandolo solo 148 milioni. Nel 1982, la Juventus diventa sua. E il numero 10 la ripagherà a suon di gol e trofei. Il Piccolo Principe, però, sa che per diventare Re serve anche un successo con la Nazionale.
Nell’anno dell’arrivo a Torino, Platini sfiora il Mondiale con la Nazionale. Euro 84 si giocherà sotto la Tour Eiffel. È l’occasione della vita, anche perché la Francia è piena di campioni. Michel lo sa. Stende la Danimarca nel primo incontro, asfalta Belgio e Jugoslavia con due triplette. I “Bleus” sono in semifinale. Il Portogallo, però, è un osso durissimo. Domergue porta avanti i padroni di casa. Jordão prima porta la sfida ai supplementari, quindi firma il 2-1 che sembra chiudere i giochi. “Le Petit Prince” sembra bloccato dalla tensione, ma anche Domergue trova la doppietta personale. Manca un minuto alla fine. Tigana semina il panico, salta due avversari e passa verso sinistra. All’appuntamento con la Storia, non può che esserci Platini. Piatto destro, Francia in finale.
Al “Parco dei Principi”, il 27 giugno 1984, la favola ha il suo lieto fine. La Spagna resiste per quasi un’ora, ma al 57’ Michel si prende lo scettro e la corona. Punizione velenosa, il portiere Arconada sbaglia. La palla è in rete. Nel recupero, Bellone chiude i giochi. I “Blues” sono campioni d’Europa. Alzando la coppa davanti a quasi 50.000 francesi in festa, il Piccolo Principe diventa, per sempre, “Le Roi”.