#Euro2016 – Italia, cinque motivi per temere il Belgio
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Data: 13/06/2016 -

#Euro2016 – Italia, cinque motivi per temere il Belgio

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Pronti, via. L’Europeo di Francia può iniziare, anche per l’Italia. Riflettori del Parc OL pronti ad accendersi, questa sera l’esordio della Nazionale di Antonio Conte contro il Belgio. I ‘Red Devils’ sono tra le squadre più attese, possibile outsider pronta ad inserirsi tra le grandi di Euro 2016. Il minimo per una nazionale che fino a tre mesi fa era prima nel Ranking Fifa. Per tanti motivi il Belgio merita rispetto, sarà un avversario non facile da affrontare per gli uomini di Conte. E noi ve li abbiamo elencati in cinque punti, giusto per conoscere meglio la squadra di Wilmots e proiettarci già in clima partita.

GENERAZIONE DI TALENTI

E non potevamo non partire da questo punto. Perché questa è una squadra che ha qualità da vendere, in tutte le zone del campo. A iniziare dal portiere. Thibaut Courtois è uno dei migliori al mondo, probabilmente dietro soltanto a Buffon e Neuer. E’ giovane ma ha già grande esperienza internazionale. Ed è soprattutto un portiere completo. La difesa è l’unico reparto con qualche incognita. Manca Kompany, ma ci sono gli esperti Vermaelen e Vertonghen. Con loro Alderweireld, reduce da una grande stagione con il Tottenham, e probabilmente Denayer. Per il resto, da centrocampo in su, è una delle migliori nazionali di quest’Europeo. Qualità da vendere, talento immenso. Nainggolan, Witsel, Fellaini per il centrocampo, poi in attacco gli uomini abbondano. Hazard, De Bruyne, Mertens e Lukaku. Ed ancora, Benteke, Origi, Carrasco e Batshuayi. Giovani, forti e in fiducia. Bhè, di certo non si può dire che questa squadra non abbia talento.
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 IMPREVEDIBILITA

Questo punto si lega al primo. WIlmots può contare su una batteria straordinaria di attaccanti, tutti versatili ed adattabili in diversi moduli. Può quindi variare le sue soluzioni di gioco, anche a seconda dell’avversario. Gli intoccabili in attacco sono De Bruyne e Hazard sugli esterni, con Lukaku centravanti. Poi ci sono Mertens e Carrasco che si giocherebbero un posto da titolare in caso di atteggiamento più offensivo. Ma c’è anche la soluzione con Fellaini a rinforzare il centrocampo con i suoi centimetri, dando così manforte a Nainggolan e Witsel. E in più, tutti gli attaccanti sono tra loro interscambiabili. Possono giocare a destra, sinistra, al centro, senza perdere in incisività. E, soprattutto, sono capaci di incidere immediatamente sulla partita. Mertens ha dimostrato in tre anni al Napoli di poter cambiare la gara anche entrando dalla panchina. E ricordate Carrasco in finale di Champions League? Inserito da Simeone ad inizio secondo tempo, è stato semplicemente devastante. Nonostante non sia bastato all’Atletico. Insomma, Wilmots ha l’imbarazzo della scelta e potrà variare modulo e uomini più volte anche nella stessa partita.

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I SOLITI NOTI

Quattro anni e mezzo al Piacenza, altri quattro al Cagliari e due e mezzo alla Roma. In totale, undici stagioni in Italia. Ormai Radja Nainggolan la vede come una seconda casa e l’ha dichiarato apertamente. Anche quando, in quest’ultimo periodo, il suo nome è stato al centro del mercato. Ovviamente, però, viene prima il suo Belgio. E stasera, per il ‘Ninja’, sarà quasi un 'derby'. A centrocampo incrocerà De Rossi, spostandosi più sul lato troverà Florenzi. E, chissà, magari anche El Shaarawy. Un derby in famiglia, probabilmente anche uno vero contro il laziale Parolo. E cosa dire di Dries Mertens? La sua esperienza italiana è più breve, soltanto tre anni. Ma ugualmente intensa. Il folletto belga ha stretto un rapporto bellissimo con la città di Napoli ed oggi sarà protagonista di un duello a distanza con Lorenzo Insigne. Già, proprio loro. Eterni ‘concorrenti’ da tre anni a questa parte per una maglia da titolare. Protagonisti della sostituzione più frequente della Serie A. Quella di stasera sarà anche la partita degli ‘italiani’ Radja Nainggolan e Dries Mertens

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MAGIC MOMENT

Oltre ad avere talento, questa squadra ha acquisito anche convinzione nei propri mezzi. E questo ha portato la nazionale belga ad avere quella continuità che era mancata negli anni scorsi. Questo anche grazie alla maturazione di alcuni talenti, in passato forse troppo giovani, e di un gruppo che Wilmots è riuscito a far crescere anche dal punto di vista tattico e mentale. E i risultati si sono visti. Dominato il girone di qualificazione, con una sola sconfitta contro il Galles di Bale. Per il resto solo due pari e sette vittorie, con appena cinque gol subiti. E terzo miglior attacco delle qualificazioni dopo Polonia ed Inghilterra. Numeri importanti, ancor di più se prendiamo in considerazione tutto il biennio. Dopo la sconfitta ai quarti di finale dei Mondiali del 2014 contro l’Argentina, il Belgio ha perso solo due partite. Quella contro il Galles e poi in amichevole contro il Portogallo. Poi 13 vittorie e 3 pareggi. E non è un caso che questa squadra sia stata a lungo prima del Ranking Fifa.
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VOGLIA DI STORIA

Non possiamo più chiamarla sorpresa, ormai. Ma è chiaro che il Belgio, non avendo mai vinto nulla a livello internazionale, è da considerarsi quasi una mina vagante. E ora è arrivato il momento, per i ‘Red Devils’, di tramutare i tanti complimenti ricevuti in risultati. C’è talento, la squadra gioca bene e fa vedere grandi cose. Ma ora il Belgio vuole essere anche protagonista. Ai Mondiali in Brasile ci è andata vicina, perdendo ai quarti di finale contro l’Argentina. Il gol di Higuain ha impedito al Belgio di fare il grande salto di qualità. A due anni di distanza, dopo essere cresciuti e migliorati ancor di più, la nazionale di Wilmots vuole far parlare di sé. Attenzione, quindi, alla grande voglia di vincere e di sorprendere di questo Belgio.

Tags: Europei



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