Per raccontare le giovanili dell’Empoli bisogna partire dal cuore del club: il centro sportivo di Monteboro. Per arrivarci bisogna passare tra ulivi, vigneti e tanto verde e una volta lì si capisce perché gli azzurri siano tra i migliori in Italia a coltivare il talento: “Qui i ragazzi hanno tutto”.
Nelle giovanili dell’Empoli: i segreti del club azzurro
Le giovanili dell’Empoli sono un vero e proprio gioiello. Principi precisi, cura dei dettagli e rispetto della tradizione: “Il settore giovanile per la storicità che ha il nostro club è fondamentale. Oltre a essere una vera passione del nostro presidente è anche un modo per autosostenere il club” racconta ai microfoni di gianlucadimarzio.com Matteo Silvestri, responsabile dell’area tecnica del settore giovanile degli azzurri.
Dai giovanissimi fino alla Primavera: cambiano i metodi di lavoro, gli approcci, le esigenze. La stella polare da seguire, però, è sempre la ricerca della qualità: “Cerchiamo di avere anche personalità e coraggio. Per mettere in mostra i nostri giocatori bisogna cercare di imporre le nostre idee in campo. L’Empoli lavora sempre sull’aspetto tecnico”.
Ma quali sono le fasi della crescita di un calciatore? “I ragazzi fino ai 14 anni sono il fulcro e il motore della nostra academy. Abbiamo uno scouting con tanti osservatori che lavorano in queste zone che ci permettono di identificare dei profili che possano fare un percorso importante con noi. Il secondo step c’è dopo i 14 anni quando i ragazzi possono spostarsi da una regione all’altra”. Si punta tanto anche sulle territorialità. La ricerca del talento in Toscana è il primo passo.
La crescita dei giovanissimi, il passaggio nelle squadre Under, poi la Primavera e la prima squadra. L’ultimo step del processo è mettere in mostra i talenti: “Questo è l’obiettivo fissato dal presidente Fabrizio Corsi, con il direttore sportivo della prima squadra Pietro Accardi che lavora in totale sinergia con noi quotidianamente. L’Empoli terrebbe i propri ragazzi a vita, poi però ogni anno ci troviamo davanti a situazioni in cui i giovani hanno gli occhi addosso di top club. Quando la società ritiene che sia arrivato il momento di vendere qualcuno è giusto farlo per tutte le parti”.
Per costruire una realtà di questo livello bisogna avere idee precise. Tutto deve muoversi nella stessa direzione: “Da quando c’è il presidente Corsi si è sempre puntato sul settore giovanile. Se dovesse scegliere se portare un ragazzo in prima squadra o vincere una partita nelle giovanili opterebbe senza dubbio per la prima opzione”.
E qui torna Monteboro. Perché senza strutture di alto livello il lavoro e il processo di crescita sono limitati. “Il centro sportivo è fondamentale per noi, è quasi interamente dedicato al settore giovanile. La prima squadra lo usa solo per il ritiro. Qui si allenano dalla Primavera fino alla categoria dei più piccoli. È all’avanguardia. Ci dà un senso di appartenenza e di identità forte. La Vice Presidente e Amministratore Delegato Rebecca Corsi è sempre presente a Monteboro ed è una guida fondamentale per tutti noi come del resto lo è il direttore organizzativo Gianmarco Lupi che ci permette di essere sempre all’avanguardia in quanto a infrastrutture e organizzazione”.
Palestre, campi di allenamento, camere, ristorante. C’è tutto. A Monteboro non manca nulla. E oltre al calcio, l’Empoli dà grande attenzione anche ad aspetti che escono fuori dal campo verde. “Lo studio è importantissimo. Sappiamo bene che le percentuali di ragazzi che riescono a vivere grazie al calcio sono basse, per questo l’aspetto extracalcistico è fondamentale. Chi gioca qui deve proseguire gli studi, per tutto l’anno chiediamo le pagelle: chi non ha un comportamento in linea con i nostri valori difficilmente riesce a fare bene in campo”. Tutto ciò porta a risultati eccellenti.
Più passano gli anni e più l’Empoli continua a tirare fuori talenti. Calciatori di grande talento ma anche con grandi valori umani: “Per noi tutti i ragazzi cresciuti qui che sono andati in club più importanti sono eccezionali. Penso ad Asllani, Ricci, Viti: quando tornano qui si sentono a casa. Quando vengono a giocare a Empoli ti accorgi che c’è un piacere enorme sia da parte loro che nostra. Appena hanno la possibilità ci vengono a trovare, portano una maglia al preparatore, al magazziniere. Loro hanno dato tanto a noi e viceversa”. Perché nel calcio non c’è solo un pallone che rotola. Ogni sfumatura ha la sua importanza, va curato ogni singolo dettaglio. Dalle parti di Empoli se ne sono accorti da tempo.