Levan Mchedlidze è fatto così, se non ne segna almeno due non ci prova gusto. Già... l'ultima volta che provò la gioia era il maggio del 2015 e il ventiseienne georgiano segnò una doppietta all'Inter. Lo scorso campionato è rimasto a secco e quest'anno ha aspettato la diciassettesima giornata per sbloccarsi: alla faccia della cabala. Levan spiega i reali motivi della sua astinenza nel corso di un'intervista concessa a La Gazzetta dello Sport:
"Sono stati 2 gol che hanno segnato un nuovo percorso personale, questo lo dico con forza perché ci credo sul serio. Adesso ho più continuità, sto bene fisicamente e come vedete ho un volto sereno. Riesco a stare meglio in campo, a dare tutto me stesso, prima non ci riuscivo e non ero felice. Quando dico “prima” di sabato, mi riferisco soprattutto al passato, a quando ero più giovane, quando ero arrivato in Italia senza la mia famiglia al seguito. Non ero maturo abbastanza. Soffrivo, non stavo bene e il mio rendimento inevitabilmente ne risentiva. Palermo? Ero in totale disaccordo con Delio Rossi, che non mi vedeva proprio, non mi schierò mai in prima squadra e fuori dal campo mi trattava come l’ultima ruota del carro. Pensavo di poter andare via a gennaio 2010 e così restai in Georgia con la mia famiglia: la società mi mise fuori rosa, ma posso assicurarvi che avevo anch’io le mie ragioni. Sabatini mi definì il suo più grande fallimento? Mi dispiace tuttora, considero Sabatini un grande dirigente, ma in quella fase della carriera non sopportavo di finire sempre in tribuna e non essere considerato abbastanza: fui lieto poi di tornare ad Empoli, il club che ha sempre creduto davvero in me".
Posto rubato a un certo Maccarone e un certo Gilardino: "Ho lavorato duramente. Martusciello premia chi vede meglio in settimana, lui è credibile per noi perché fa vincere la meritocrazia, è il principio che ispira il suo lavoro. Sono scelte sue e io le ho accettate anche quando sono andato in panchina. E sono pronto a tornarci, non ho fatto ancora niente. Mi sento una persona semplice e umile, non di certo presuntuosa. Dai titolari ho imparato tanto, è impossibile non farlo. Big Mac e il Gila sono due campioni, due attaccanti completi che hanno sempre fatto gol nella loro carriera: io li ho osservati e li osservo con attenzione, in partita e in allenamento. Devo dire di aver imparato molto anche da Cavani, Miccoli e Tavano. Doppia cifra? Assolutamente sì, e spero di continuare a segnare anche contro l’Atalanta, squadra molto forte contro cui cercheremo di fare la nostra partita, sempre all’attacco anche in trasferta. Petagna? Ottimo attaccante davvero, sta facendo benissimo. Speriamo che non segni contro di noi, io da parte mia vorrei tanto lasciare il segno e vincere soprattutto la partita. Ora che mi sento libero, posso farcela".