Cinque gol in campionato, un bottino niente male per un esterno difensivo. L’ultima prodezza di Giovanni Di Lorenzo è arrivata proprio domenica contro il Torino, finta e palla sotto l’incrocio per poi correre verso la panchina a festeggiare. La salvezza è l’obiettivo da raggiungere, magari spalancandosi le porte per il… Napoli.
Interrogato sull’argomento ai microfoni del Corriere dello Sport, Di Lorenzo non si è voluto sbilanciare: "Se il Napoli fosse il mio futuro, sarebbe un sogno. I rapporti tra i club hanno portato a compiere molte operazioni in passato, quasi fosse come un messaggio del destino. Alla mia ragazza ho promesso che se dovessi andare in una grande squadra ci sposeremo, dunque ogni promessa è debito. Non sono insensibile alle voci di mercato. Mi danno la giusta carica, sapendo che l'Empoli ha la precedenza. Sono grato al direttore sportivo Accardi che ha avuto il coraggio di pescarmi in serie C e di darmi una chance. Senza certi passaggi, senza il coraggio di chi decide di puntare su di te, resti anonimo”.
L’esterno dell’Empoli poi si sofferma sul lavoro di Andreazzoli: "A inizio stagione ci mancava qualcosa a livello di compattezza. E ha pagato lui. Quando il mister è tornato per sostituire lachini eravamo virtualmente salvi, abbiamo vissuto momenti difficili, ma dopo poche settimane abbiamo assunto consapevolezza. E siamo diventati squadra. La famosa compattezza".
Infine, la chiosa sulla questione De Rossi: "Non ho capito bene l’epilogo della vicenda De Rossi. Meglio: l'ho capito, però non ho digerito. Il titolo ci sarebbe: l'ultima bandiera ammainata. A me risulta difficile pensare, immaginare, constatare che la fine debba essere così ingloriosa. L’idolo dei tifosi e un rispetto che non c’è. Non voglio attaccare il club oppure chissà chi, non sono vicende di mia competenza. Ma è normale rifletterci, inevitabile che resti amarezza anche a chi non è stato direttamente coinvolto. Sono cose che ti fanno pensare tanto".